Scuola, tocca ai prefetti: non accettiamo veti "Ci saranno ingressi scaglionati e più bus"

I rappresentanti del governo sul territorio dovranno garantire dal 7 gennaio lezioni in presenza. Occhi puntati sui trasporti pubblici. Basterà un’ordinanza regionale per riattivare la didattica a distanza in caso di criticità. Il ministro Azzolina: "Gli istituti sono sicuri"

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di Veronica Passeri

Cosa possono fare i prefetti per riportare in classe tutti gli studenti?

"Il nostro compito è trovare soluzioni condivise con i diversi soggetti interessati, il metodo è quello del coinvolgimento e della collaborazione costruttiva di tutti – dice Antonio Giannelli, presidente del Sinpref, il sindacato dei funzionari prefettizi –. Sarà una corsa contro il tempo ma sono fiducioso sulla possibilità di trovare soluzioni adeguate, offrendo al mondo della scuola, al corpo docente e agli studenti, la possibilità di riprendere l’attività in sicurezza e serenità".

Il nodo sono i trasporti: se i bus sono sovraffollati l’unica alternativa per gli studenti delle superiori sarà la Dad…

"Il tema dell’armonizzazione degli orari di ingresso e uscita dalle scuole con la disponibilità del trasporto pubblico locale non può essere divisivo. Ai tavoli d’intesa che saranno convocati nelle diverse province con tutti gli attori coinvolti verrà valutata la necessità di conciliare orari scaglionati di accesso alle scuole anche in funzione di eventuali incrementi delle corse dei mezzi necessari".

Ma i presidi dicono che gli ingressi a scuola, per quanto scaglionati, debbono essere entro le 9 ma le aziende di Tpl chiedono più elasticità…

"Tutti gli attori in campo devono dimostrare grande senso di responsabilità: nessuno può imporre soluzioni o porsi su posizioni irremovibili. I territori sono diversi, non mi strapperei le vesti se ci trovassimo in città in cui i ragazzi entrano mezz’ora prima: Firenze o Torino, per dire, sono realtà completamente diverse da città di montagna. Dobbiamo dare ai cittadini un messaggio di fiducia, di coesione in una situazione difficile che già crea disorientamento e disagio".

Da dove si comincia?

"In ogni provincia il prefetto dovrà riunire tutti gli attori coinvolti in un tavolo di coordinamento. Ne faranno parte i sindaci, i dirigenti delle amministrazioni regionali e provinciali, i dirigenti delle aziende di trasporto e i rappresentanti del mondo della scuola. Ai singoli prefetti spetterà organizzare i lavori: i tempi sono ristretti occorrerà mettersi subito al lavoro ma non si parte da zero. Molti prefetti hanno già dovuto affrontare la questione e conoscono già le difficoltà da risolvere".

Ce la fate a organizzare il piano entro il 7 gennaio?

"I tempi sono molto ristretti, è un lavoro impegnativo, come ho detto. Posso assicurare il massimo di impegno di tutti i colleghi prefettizi per dare risposte concrete ai cittadini. Non nascondo che, anche per questo delicato compito, dovremo confrontarci con le gravi carenze di organico nelle prefetture, con scoperture anche del 60%. Ci saranno colleghi che faranno Natale lì".

Vi aspettate maggiore attenzione dal governo sugli organici?

"Abbiamo chiesto più volte interventi concreti che riconoscano i nostri sforzi quotidiani, e quelli del resto del personale, anche sul piano economico. Ci rendiamo conto delle difficoltà del momento ma la nostra categoria aspetta la ripresa del processo perequativo rispetto a tutte le altre dirigenze pubbliche, tenuto conto che il nostro trattamento economico - è forse difficile crederci - è inferiore del 30%".