Venerdì 19 Aprile 2024

La questura tra i banchi

Viviana Ponchia

Viviana Ponchia

Roma, 7 settembre 2015 - VOLONTARIO: lo faccio se mi va. Obbligatorio: anche se non ti va, sgancia. È curioso che proprio nell’istituzione dove si imparano le figure retoriche si rinneghi la missione, unendo in un ossimoro schizofrenico i due concetti. Ci siamo abituati alle convergenze parallele, alla lucida follia e alla pace armata. Persino allo stabile pericolante. Ma un contributo volontario assolutamente obbligatorio proprio non va giù. Perché c’è un modo più semplice di chiamarlo: tassa. E in una scuola pubblica le tasse imponibili sono solo di quattro tipi: iscrizione (6,04 euro), frequenza annuale (15,13 euro), esame (12,09 euro) e diploma (15,13 euro). Già da sole per qualcuno fanno una bella zuppetta. E invece si è aggiunto l’ossimoro dai 100 ai 300 euro: per legge alle famiglie non si possono chiedere i soldi per la carta igienica, ma affidarsi con garbo al buon cuore della gente alla fine paga.

A COLPI di lettere di intimidazione, minacce di recuperi coatti, pignoramenti, bocciature, sequestro di pagellini e umiliazioni, la scuola si è fatta anche questa bella fama vampiresca, ma almeno non è implosa. E il contributo volontario obbligatorio è stato accettato come il ghiaccio bollente. Barricati nel loro ufficio lamenti, i presidi, visti i chiari di luna, si produrrebbero anche in numeri di litote e sineddoche pur di racimolare i soldi per la pulizia, il toner e l’anticipo del pagamento delle supplenze brevi, che di fatto non spetta al loro. Ma adesso la direttiva del ministero è chiara: continuate pure a chiedere, ma per carità volate alto. Alla carta igienica ci pensiamo noi. E anche ai rubinetti rotti, a tutta l’ordinaria amministrazione che non quadra.

VOI domandate soldi a titolo di volontariato obbligatorio, ma è meglio a questo punto parlare come i fanno i ministri di «erogazioni liberali», per spese di qualità. E se l’obiettivo è ampliare l’offerta formativa, a questo punto le famiglie possono davvero spararla grossa: corsi di cinese, da sommelier, di shiatsu. Sedie ergonomiche? Nutrizionista in sede? Mentre aspetta il contributo per le risme delle fotocopiatrice il preside ha tempo di valutare le proposte.