Scuola, aumento di stipendio al prof tutor. Seguirà i più bravi e i più difficili

Il ministro Valditara annuncia l’introduzione di una nuova figura didattica: avrà compiti in più Presidi soddisfatti, cauti i docenti

La scuola del merito di Valditara prende forma. Quello immaginato dal ministro è un sistema di istruzione "personalizzato" che stimola gli studenti più dotati senza, tuttavia, lasciare indietro nessuno. Al centro vi è la figura del docente tutor – ufficialmente comparsa lo scorso dicembre nel decreto che approva le ‘Linee guida per l’orientamento, riforma prevista dal Pnrr’ – con la quale il ministro dell’Istruzione lancia la sua sfida alla dispersione scolastica.

Il corteo degli studenti che hanno sfilato a Roma nel novembre scorso contro le proposte d
Il corteo degli studenti che hanno sfilato a Roma nel novembre scorso contro le proposte d

Il docente tutor

I docenti chiamati a svolgere la funzione di tutor di gruppi di studenti saranno individuati da ogni istituzione scolastica tra gli insegnanti delle classi delle scuole secondarie di I e II grado. Tali docenti dovranno aiutare ogni studente a rivedere le parti fondamentali che contraddistinguono ogni ‘E-Portfolio’, dove vengono registrati gli apprendimenti personalizzati di ogni studente; e costituirsi ‘consiglieri’ delle famiglie, nei momenti di scelta dei percorsi formativi o delle prospettive professionali.

Formazione e contratto

I docenti tutor – ha spiegato ieri Valditara a Radio 24 – non saranno gerarchicamente sovraordinati agli altri colleghi, lavoreranno in team, ma "avranno dei compiti aggiuntivi" e, dunque, "saranno pagati di più". Per i tutor il ministro dell’Istruzione prevede "un modello di formazione, soprattutto nel campo psicologico e pedagogico" che andrà discusso con i sindacati.

Scuola a più velocità

Compito principale dei docenti tutor sarà – ha sottolineato Valditara – "fornire sostegno a quei ragazzi che hanno più difficoltà negli apprendimenti" ma anche a coloro "che in classe si annoiano perché sono talmente avanti nella preparazione e negli apprendimenti che hanno necessità di accelerare".

Presidi soddisfatti

"La mia visione è di totale approvazione dell’introduzione della figura di questo docente tutor appositamente formato. Mi sembra un buon inizio – afferma Mario Rusconi, presidente romano dell’Associazione dei Presidi – per cercare di svecchiare la scuola italiana. Fino ad ora l’orientamento dei nostri docenti è stato fatto in maniera spesso superficiale. Anche la personalizzazione dei percorsi di studio è importante: gli alunni particolarmente dotati hanno la tendenza a isolarsi perché in classe il ritmo dello svolgimento del programma non è adeguato alle loro caratteristiche. È un problema che va preso in considerazione così come non devono essere trascurati quei ragazzi che hanno una maggiore lentezza nell’apprendimento". Per i presidi è positiva, inoltre, la previsione di un incremento di stipendio: "È necessario – spiega Rusconi – pensare a una carriera diversificata per gli insegnanti e questo potrebbe essere un primo passo".

I dubbi dei sindacati 

Sul fronte dei docenti i sindacati non chiudono alla proposta del ministro, ma esprimono alcune perplessità. "Sono necessari innanzitutto notevoli stanziamenti: i gruppi classe a cui si riferisce il ministro sono oltre 370mila – commenta Rino Di Meglio, coordinatore nazionale della Federazione Gilda-Unams –. Andrebbero, poi, disegnate con cura le caratteristiche di questa figura che dovrebbe essere, non solo formata, ma di comprovata esperienza e con almeno 20 anni di insegnamento effettivo". Possibilista la segretaria Cisl Scuola Ivana Barbacci: "Mi aspetto che il ministro Valditara ci convochi per concertare queste nuove figure, vanno contemplate dal contratto, serve una regolamentazione dei carichi di lavoro e dei compensi".

Gli studenti protestano 

La nuova scuola di Valditara non convince gli studenti. Per l’Uds il prof tutor è "una figura superflua e ghettizzante". Ieri davanti alla sede del Ministero in viale Trastevere è, inoltre, andata in scena la protesta delle Rete degli studenti medi contro il modello di maturità – con due prove scritte e un colloquio orale – (ri)proposto dal ministro dell’Istruzione e del Merito, definito "un ritorno al passato".