di Alessandro Farruggia È una Italia sempre più aperta per i vaccinati. Arrivano il Green pass illimitato per i vaccinati con booster; zone rosse senza restrizioni per chi è in regola con le immunizzazioni; una rivoluzione nella scuola con i vaccinati o guariti che non andranno più in Dad, mentre le quarantene, passano da 10 a 5 giorni, e le soglie di intervento si innalzano. Arriva poi più flessibilità per i turisti vaccinati all’estero, preziosa per chi come russi e cinesi, non ha i nostri vaccini e con un tampone potrà accedere alle attività per le quali è rischiesto il Green pass rafforzato. "I provvedimenti di oggi vanno verso una ancora maggiore riapertura del Paese", dice il premier Mario Draghi. È la linea per la quale si era battuta (anche) la Lega ed è quindi paradossale che pure ieri il partito di Matteo Salvini si sia fragorosamente smarcato, non votando il decreto. È una mossa che segue una linea che da giorni vuol sottolineare la propria “diversità“ dopo il fallimento della campagna per il Quirinale. L’obiettivo è non dar tregua a Draghi, per logorarlo. E così il ministro Giorgetti, capo delegazione della Lega al governo, non ha partecipato alla Cabina di regia che si è tenuta prima del Cdm, sostituito dal ministro del Turismo Garavaglia ed è stato assente anche al Consiglio dei ministri. Alla seduta hanno preso parte invece gli altri due ministri della Lega, che però non hanno partecipato al voto sul decreto Covid. Motivo del dissenso, viene fatto filtrare, la non equiparazione tra vaccinati e non vaccinati nelle scuole. Il che non ha fermato Draghi. "Capisco le difficoltà, gli scrupoli e le perplessità – ha replicato alla Lega – ma questo è. La distinzione tra vaccinati e non, anche nelle scuole, va introdotta". E così è stato. Ma ...
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