Scuola, senza mascherine in classe. I presidi: "Rischio emarginazione dei non vaccinati"

Dubbi sulla possibilità di far togliere la mascherina in aula solo se tutti gli studenti sono vaccinati. Miur al lavoro per dare nuove indicazioni

Alunni con le mascherine in classe (Ansa)

Alunni con le mascherine in classe (Ansa)

Roma, 3 settembre 2021 - Tutti in classe senza mascherina, anzi no se c'è qualcuno non vaccinato. E a pochi giorni dalla prima campanella del nuovo anno scolastico - il secondo interamente condizionato dalla pandemia - è la questione delle mascherine da indossare in aula per gli studenti a tenere banco. Sono state le parole dei ministri dell'Istruzione Bianchi e della Salute Speranza, dette ieri al termine del consiglio dei ministri, sulla possibilità di abbassare le mascherine nelle classi dove tutti gli studenti sono vaccinati a innescare polemiche e dubbi. Il rischio, sostengono i presidi ma anche molti studenti, è che possa esserci emarginazione nei confronti di quegli alunni che non saranno, o non potranno essere, vaccinati. Una possibilità per nulla remota - soprattutto con la campagna vaccinale non certo conclusa tra i più giovani - contro la quale si è schierata anche la sottosegretaria all'Istruzione, Barbara Floridia.

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I chiarimenti del Miur

Ma da fonti di viale Trastevere arrivano oggi alcuni chiarimenti: "La possibilità di togliere la mascherina nelle classi composte da studenti che abbiano tutti completato il ciclo vaccinale è prevista dal decreto del 6 agosto con le misure urgenti per l'avvio del nuovo anno scolastico". Inoltre, i ministeri dell'Istruzione e della Salute, "tenuto conto anche degli aspetti legati alla privacy, stanno ora lavorando per l'attuazione di questa novità che non vuole assolutamente creare discriminazioni, quanto piuttosto consentire un progressivo ritorno alla normalità all'interno delle aule in corrispondenza dell'avanzamento del piano vaccinale".

Classi di studenti tutti vaccinati

A questo punto è una corsa contro il tempo visto che mancano pochi giorni all'inizio dell'anno scolastico. Ma in ogni caso al suono delle prime campanelle sarà complicato avere intere classi di vaccinati, nonostante oggi sia stato raggiunto l'obbiettivo del 60% degli under 19 con almeno una dose di vaccino. Mentre le 8.500 scuole italiane mettono a punto il piano in vista del rientro (i primi saranno, già lunedì, quelle di Bolzano), numerosi sono i dubbi che vengono sollevati dagli addetti ai lavori. Rispetto al livello di vaccinazione del personale scolastico, il Miur ha comunicato il 92,1% del personale ha fatto almeno la prima dose, ma resta un 8% che non si è ancora vaccinato.

Rischio emarginazione dei non vaccinati

E se il test sul green pass sembra essere stato superato a pieni voti - seppur con qualche docente irriducibile rimandato a casa - ora a impensierire i dirigenti scolastici sono anche gli annunci sulle mascherine: "Nelle aule ci sarà sempre qualcuno di non vaccinato - ribatte il presidente dell'Anp (l'Associazione nazionale presidi) Antonello Giannelli - E questo creerà una situazione di disagio, con il rischio di emarginazione da parte dei ragazzi che vorrebbero levare la mascherina. Si pensi, per esempio, se in una classe di 25 studenti c'è solo uno senza vaccino, come si sentirà questo ragazzo?". E poi ci sarebbe da superare anche l'ostacolo dell'impossibilità da parte della scuola di chiedere informazioni sullo stato di salute degli alunni. "Si potrebbe ovviare - conclude Giannelli - con una super app, come quella che dovrà essere varata per i docenti, con cui si può sapere quali sono le classi completamente vaccinate senza dover chiedere ad ognuno certificati o documentazioni".

I quesiti posti al ministro Bianchi

Perplessità sullo stop alle mascherine sono state sollevate anche dal movimento dei genitori mentre la testata specializzata "Tuttoscuola" ha invece inviato al ministro Bianchi una serie di domande proprio sulla questione mascherine. Chi e con quali strumenti controllerà i ragazzi? Quali saranno i risvolti nelle relazioni all'interno delle classi? Il rischio, paventato dalla testata, è proprio quello che possano nascere "fazioni" di "buoni" e "cattivi". Ma a questo punto si attendono le nuove indicazioni che saranno portate avanti coinvolgendo anche il Garante della privacy e con le autorità sanitarie.