Scuola, i presidi frenano: aule non sicure

Il governo vuole riaprire il 26 aprile. Ma per i dirigenti resta il problema del distanziamento. "E manca il piano per lo screening"

Antonello Giannelli

Antonello Giannelli

Roma, 19 aprile 2021 - La stagione delle riaperture riparte dalla scuola. "Abbiamo scelto la scuola che credo sia l’architrave della nostra società – ha affermato il ministro della Salute Roberto Speranza –. Ci assumiamo un po’ di rischio? Sì, un rischio ragionato e per questo chiedo una mano".

Un rischio ragionato che – ribattono i sindacati – "non basta a dare tranquillità e garanzie al personale e agli alunni, le cui condizioni relativamente al distanziamento sono rimaste immutate, nonostante le varianti del virus". Come annunciato dal presidente del Consiglio Mario Draghi dal prossimo 26 aprile, nelle zone gialle e arancioni, tutti gli studenti "di ogni ordine e grado" torneranno sui banchi. Nelle zone rosse, per gli studenti delle superiori, è prevista un’alternanza della frequenza in presenza che vedrà, a rotazione, tra il 50 e il 75 % dei ragazzi in aula, mentre alle medie – a differenza dell’ultimo provvedimento che prevedeva la riapertura solo fino al primo anno – gli istituti rimarranno aperti per tutte le classi del triennio. Ma le scuole, secondo quanto affermano presidi e sindacati, non sarebbero pronte.

Bollettino Coronavirus del 19 aprile

"La scuola è un luogo naturale di assembramento. Se si torna al 100% – avverte il presidente dell’Anp Antonello Giannelli – in molte aule non sarà possibile rispettare il metro di distanziamento. In questo caso sarà necessario alternare la presenza dei ragazzi alla dad". Altro nodo è rappresentato dal tracciamento per cui resta l’ipotesi di tamponi salivari per i bambini e antigenici per gli studenti più grandi, a campione nelle scuole. Ma il "il piano screening – spiega Giannelli – naviga ancora in alto mare".

Tra le richieste dei sindacati figurano un aggiornamento dei protocolli di sicurezza "fermi all’estate del 2020 e mai puntualmente applicati", la riapertura delle vaccinazioni per il personale scolastico, e la possibilità per gli istituti di auto organizzarsi circa gli orari e la durata delle lezioni. Vi è poi la questione dei trasporti. Sul tema, in settimana, – come annunciato dalla ministra per gli Affari regionali Maria Stella Gelmini – ci sarà un tavolo con i ministri delle Infrastrutture, dell’Istruzione e i presidenti delle Regioni. Il governo ha stanziato 390 milioni per trasporto pubblico locale ma, per presidi e Regioni, è improbabile che le nuove risorse abbiano un impatto nell’immediato. "C’è un limite fisiologico rappresentato dal numero insufficiente di bus. È necessario rivedere gli orari di entrata e uscita dalle scuole", ha affermato il presidente della Conferenza delle Regioni Massimiliano Fedriga.

Questa mattina, intanto, è previsto un incontro tra il ministro Patrizio Bianchi e i sindacati per fare il punto sui protocolli di sicurezza e sugli esami. L’esito sarà condiviso con il Cts.