Mercoledì 24 Aprile 2024

Scuola digitale, promessa non mantenuta. Ok solo una su 10

Lo rivela un'indagine di Formica Blu per l'Agi su dati del Miur. Le ore di programmazione nelle primarie restano solo sulla carta, così come i contributi per connettività e animatore digitale

Alunni utilizzano un tablet (Germogli)

Alunni utilizzano un tablet (Germogli)

Roma, 2 novembre 2017 - La scuola digitale in Italia resta solo sulla carta. Lo rivela un'indagine svolta da Formica Blu per l'Agi su dati forniti dallo stesso Ministero dell'Istruzione (Miur). Dalla fotografia della situazione emerge che le 60 ore di programmazione (coding), promesse dall'ex ministro Stefania Giannini in tutte le scuole primarie, non ci sono ancora. La connessione in fibra ottica in tutte le scuole entro il 2018, promessa e poi rinviata al 2020, è ferma a poco più di una scuola su dieci. L'unico impegno mantenuto è quello di trasformare in ogni scuola un docente in animatore digitale, ma il piccolo fondo spese da mille euro l'anno per scuola non è mai arrivato (pare che una annualità sia finalmente in pagamento in questi giorni); così come non c'è traccia del contributo per le spese di connettività che ciascun istituto avrebbe dovuto ricevere.

Il Piano nazionale scuola digitale, varato in forma aggiornata nel 2015 in concomitanza con la legge 107/2015 'La buona scuola', era partito con premesse e promesse molto positive e un elenco di ben 35 azioni concrete corredate anche da una indicazione dei tempi e delle risorse per la messa in pratica. Ad agosto, l'Agi ha fatto richiesta al Miur (usando lo strumento del Foia per una pubblica amministrazione trasparente) di tutti i dati per capire a che punto siano la digitalizzazione, i dati sulla connessione e le infrastrutture, l'attuazione dei percorsi di pensiero computazionale e di didattica digitale.

L'INDAGINE Le scuole digitali sono ancora un miraggio

Da qui ha preso le mosse l'indagine, basata sulle rilevazioni fatte tra metà luglio e fine agosto dall'Osservatorio scuola digitale e alla cui fonte c'è su un questionario molto articolato sottoposto a tutti i dirigenti scolastici. Dalla rilevazione sono escluse le scuole d'infanzia, le scuole ospedaliere e quelle carcerarie; per cui in totale sono state coinvolte 27.458 plessi, di cui 22.200 del I ciclo e 5.258 del II ciclo.

Le scuole italiane - spiegano da Formica Blu - sono in tutto circa 42mila organizzate in un sistema di non facile comprensione: poco meno di 8.300 istituti divisi tra primo ciclo (dalla scuola d'infanzia alle medie) e secondo ciclo (le superiori). La risposta è stata bassa e in media, tra il I e il II ciclo, ha risposto circa una scuola su tre, cioè 8.088 scuole del I ciclo e 891 del II ciclo. In totale, il numero di dirigenti che ha risposto è 4.700 (ma il Miur sottolinea che in quel periodo i dirigenti erano in agitazione e avevano una serie di incombenze per la chiusura dell'anno scolastico). L'Agi sottolinea quindi come "i dati che ci sono stati forniti non sono un campione statistico rappresentativo, anche se utili a dare una serie di indicazioni". 

C'è una discreta differenza tra Regione e Regione: l'Emilia-Romagna è in testa con oltre il 44% dei propri plessi rispondenti, seguita dalle Marche con il 41%. Agli ultimi posti nella graduatoria, il Lazio, con il 25% delle scuole che hanno risposto e il Molise con solo il 20%. In tutte le Regioni, è evidente la maggiore partecipazione e percentuale di risposta dei plessi del I ciclo rispetto a quelli delle scuole superiori. Sostanzialmente - come già detto - tutte le scuole italiane hanno un animatore digitale, cioè un insegnante dell'istituto incaricato di facilitare la formazione interna dei docenti e le attività di didattica digitale. Quello che invece ancora manca sono i soldi: il piano scuola digitale prevedeva lo stanziamento di 1.000 euro a scuola per le attività dell'animatore digitale. Ma questi soldi sono stati stanziati per la prima volta, nei due anni dal lancio del piano, solo nelle scorse settimane. 

C'è poi il tema della connettività per la didattica. L'indagine dell'Agi evidenzia che il 13% delle scuole che hanno risposto al questionario (poco più di 1.130) hanno la fibra e che più di 7 scuole su dieci, sempre tra le oltre 8.000 rispondenti, hanno una connessione via Adsl. Il dato più grave però è che sei su 10 tra le scuole che hanno risposto ha accesso a una banda sotto i 10 Mbps. "Ben lontano dalla banda larga che dovrebbe consentire una vera didattica digitale a tutte le classi in contemporanea", si legge nella ricerca. Gran parte delle scuole dichiarano poi di avere un sistema di cablatura interna alla scuola e quindi una rete locale, sebbene l'Agi riveli di non avere "dati precisi su quanto ciascuna scuola sia effettivamente operativa e quanti spazi abbia attrezzati per una didattica digitale". 

Connessione a internet

Le Regioni con connessioni migliori risultano l'Emilia-Romagna, la Toscana, la Basilicata e la Campania. Hanno risposto poco e hanno dati piuttosto negativi il Lazio, la Sardegna. All'ultimo posto, in quasi tutti i parametri presi in considerazione, si trova il Molise. Uno dei problemi principali per le scuole è però il costo della connessione. I canoni infatti variano molto da Regione a Regione, con una maggioranza di scuole che pagano fino a 3.000 euro l'anno, ma con punte in altri casi di 6.000 o addirittura 10.000 euro di canone. Anche in questo caso, i fondi per scuola (circa 1.200 euro) previsti dal Piano scuola digitale non sono ancora mai arrivati e sarebbero stati stanziati solo adesso. 

Connettività per la didattica

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