Torino, la sindaca Appendino sotto scorta. "I violenti sporcano l'antifascismo"

Scritte sui muri del centro contro la prima cittadina dopo lo sgombero del centro sociale l'Asilo occupato. In consiglio comunale la Appendino attacca: "La violenza non va confusa con l'esercizio democratico"

La sindaca di Torino Chiara Appendino  (Ansa)

La sindaca di Torino Chiara Appendino (Ansa)

Torino, 11 febbraio 2019 - La prefettura di Torino, alla luce degli scontri del fine settimana, ha deciso di mettere sotto scorta la sindaca Chiara Appendino. Misure di sicurezza eccezionali per il primo cittadino finito nel mirino degli anarco-insurrezionalisti per avere sostenuto lo sgombero dell'Asilo occupato. Una decisione presa in tutta fretta anche per le minacce apparse sui muri della città: "Appendino appesa". 

"Abbiamo avuto a che fare con gente addestrata. Abbiamo dovuto fronteggiare un contesto che non ha nulla a che vedere con la protesta sociale", ha spiegato Francesco Messina, il questore di Torino, ricordando quanto accaduto sabato negli scontri con il corteo anarchico. Tra i manifestanti, denucia il questore, c'era chi fa della protesta un "punto di partenza per sovvertire l'ordine democratico".

Messina ha anche ricordato la paura tra i cittadini e devastazioni, con un bilancio di 11 manifestanti arrestati e 215 identificati. L'Asilo occupato sgomberato non era "un centro sociale normale", ma "la base logistica di una cellula che propugna la sovversione dell'ordine democratico partendo dalla protesta di piazza".

In realtà la sindaca non è la responsabile dello sgombero dell'Asilo, ha solo salutato con favore l'iniziativa, che non era eseguita su ordinanza comunale, ma per disposizione del gip nell'ambito di una inchiesta per associazione sovversiva.

Ma alla Appendino gli antagonisti non perdonano neanche il fatto di aver condannato delle violenze di sabato, quando un autobus di linea è stato assaltato e il centro città messo sotto assedio per diverse ore. 

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APPENDINO: "SPORCANO L'ANTIFASCISMO" - Chiara Appendino in consiglio comunale ha parlato degli incidenti di sabato sera al corteo degli anarchici, dopo lo sgombero dell'ex Asilo occupato di via Alessandria: "Queste forme di violenza non possono essere confuse con esercizio democratico". La sindaca ha spiegato: "Chi ha fatto violenza ha sporcato l'antifascismo, l'antirazzismo e la causa No Tav". 

E riguardo allo sgombero, ha aggiunto: "L'Asilo sarò destinato a realtà no profit, con il coinvolgimento della cittadinanza. Abbiamo chiesto che la riqualificazione dello stabile possa diventare un simbolo di rinascita del quartiere Aurora". "L'immobile di via Alessandria tornerà nella disponibilità del pubblico" ha chiuso.

In merito all'attacco nel corso della guerriglia urbana di un autobus di linea, la sindaca ha detto: "Ho sentito personalmente l'autista del pullman assaltato e gli ho comunicato la vicinanza della città". "I danni causati al bene comune verranno ripristinati usando soldi pubblici", ha aggiunto la Appendino, sottolineando come le "vittime" dei trafferugli siano stati "cittadini estranei al contesto, che nulla anno a che fare con gli episodi di violenza", tra cui l'autista e i passeggeri del bus.

Tornando alle minacce la prima cittadina chiarisce: "Ho volutamente definito quanto avvenuto all'Asilo occupato di via Alessandria un'operazione di pubblica sicurezza poichè tale è. E, mai come in questo contesto storico-sociale le parole sono importanti". "Come sono certa che tutti voi, colleghi, ben sapete tale operazione è stata eseguita dalla Questura sotto l'impulso della Magistratura, in particolare su disposizione del gip nell'ambito di una inchiesta per associazione sovversiva. Non certo, dunque, per rispondere a un presunto piano di sgomberi del Viminale o della Città di cui si è vociferato in questi giorni". 

TENSIONE A PROCESSO SCRIPTA MANENT - Udienza interrotta al processo 'Scripta manent' dove 23 anarchici sono imputati per terrorismo. Dal settore destinato al pubblico, nel bunker delle Vallette, una cinquantina di anarchici hanno lanciato slogan come "Giù le mani dell'Asilo", impedendo così al pubblico ministero, Roberto Sparagna, di prendere la parola. I 23 a processo sono imputati di reati di terrorismo per le azioni dei gruppi della Fai-Federazione anarchica informale. Per gli inquirenti le Fai appartengono alla frangia lottarmatista del movimento anarchico. I capi d'accusa sono 21, dall'associazione terroristica alla devastazione e all'istigazione a delinquere.