Giovedì 18 Aprile 2024

Scontro frontale dopo la discoteca Quattro giovani muoiono all’alba

Vercelli, nell’incidente è rimasto gravemente ferito un altro ragazzo. Le vittime avevano tra i 17 e i 22 anni

di Riccardo Jannello

Doveva essere una serata di festa e invece è finita in tragedia, con quattro famiglie che piangono vittime giovanissime e un’intera comunità che ancora non si rende conto come possa essere accaduto, ma che fin da subito si è messa all’opera per fare sentire meno soli quei quattro nuclei familiari colpiti da un tragico destino in una notte di primavera sulle strade piemontesi. Anche con un rave in pieno giorno.

Quattro ragazzi morti, fra cui due sedicenni, amici del Villaggio La Marmora, uno dei quartieri più popolari di Biella, la città del tessile e della sua punta di diamante, l’azienda fondata da Ermenigildo Zegna. Erano stati a ballare in una discoteca di Vercelli e poi avevano fatto il giro dei locali, anelato negli anni della pandemia e ora di nuovo possibile, già aperti all’alba della domenica. L’appuntamento col destino lo hanno avuto poco prima delle 5.30 sulla provinciale 230, mentre tornavano a casa. Erano a bordo di una Lancia Y e stavano percorrendo un grande curvone poco dopo l’abitato di Busonengo, nel comune vercellese di Villarboit, quando mancavano una ventina di chilometri a casa; a un tratto lo schianto, frontale, contro una Bmw. Le due macchine sono diventate proiettili e sono finite fuori strada. Tre occupanti della Lancia quasi disintegrata sono stati sbalzati sull’asfalto, il quarto – il conducente – è rimasto intrappolato nelle lamiere. L’allarme è stato dato da un agricoltore che ha il terreno a pochi metri dalla provinciale, Emilian Iosif Bouros: "Dopo che ho sentito il boato – racconta – sono subito uscito di casa per capire cosa fosse successo. Sono andato e ho visto una persona stesa per terra, priva di vita, vicino alla Lancia Y. Mentre sull’altra macchina ho notato il guidatore che muoveva la mano".

Bouros ha chiamato i carabinieri e i vigili del fuoco che sono giunti da diverse caserme e che si sono messi al lavoro bloccando il traffico e cominciando a studiare la dinamica dell’accaduto, mentre i pompieri avevano il loro da fare per estrarre il giovane alla guida dall’utilitaria, l’unico che dava ancora deboli segni di vita oltre al conducente della Bmw.

Per i tre viaggiatori della Lancia non c’era più nulla da fare: Raffaele Petrillo e Alessandro Messina, entrambi di 16 anni, e Carmine Marotta, 22, sono morti sul colpo, così come i sanitari hanno accertato; il loro amico Stefano Tiani, 21 anni, è stato soccorso sul posto, intubato e portato velocemente all’ospedale Maggiore di Novara, dove però ieri pomeriggio è deceduto: troppo importanti le ferite subite nella violenta collisione. Se la caverà invece il ventinovenne di origini ecuadoriane alla guida della Bmw: ha riportato una serie di lesioni ed è stato ricoverato in codice giallo all’ospedale Sant’Andrea di Vercelli. Il tratto di strada dov’è accaduto l’incidente è largo e anche se in leggera curva è spesso affrontato a velocità elevata.

Quasi nello stesso punto il 16 settembre 2021 era rimasto gravemente ferito Erik Crepaldi, tennista di Vercelli, già numero 282 al mondo. Nella collisione si era procurato un gravissimo trauma cranico; dopo un mese in coma al Maggiore di Novara e altri due di ricovero, il 10 dicembre il trentenne atleta era tornato a casa quasi del tutto ristabilito. All’alba di questa domenica, invece, la conclusione è stata ben più tragica. I carabinieri stanno lavorando per ricostruire la dinamica. Si parla di una presunta inversione a U compiuta dal conducente della Bmw, manovra non consentita. Gli investigatori attendono che il ventinovenne originario dell’Ecuador possa rispondere alle loro domande nel suo letto d’ospedale. Le quattro vittime dell’incidente erano conosciutissime fra i giovani biellesi; amanti della musica rap, sono stati celebrati ieri pomeriggio nella centralissima piazza Vittorio Veneto da un centinaio di amici che hanno improvvisato una festa con canzoni e birra. Accanto a chi esorcizzava la tragedia c’erano volti di ragazzi e ragazze disperati che continuavano a piangere. Il video è diventato virale sui social. La provinciale 230 – ex statale di Massazza – è chiamata comunemente Strada Trossi per onorare Carlo Felice, pilota automobilistico biellese: purtroppo la velocità ha portato in questa occasione solo straziante dolore.