Roma, scontrino da 430 euro per 2 piatti di spaghetti. Turiste giapponesi, scoppia il caso

Sta diventando virale l'immagine del conto presentato a due turiste nipponiche in un ristorante del centro

Lo scontrino presentato a due turiste giapponesi

Lo scontrino presentato a due turiste giapponesi

Roma, 27 settembre 2019 - E' diventato virale il caso dello scontrino pagato da due turiste giapponesi che a Roma, per aver mangiato due piatti di spaghetti al cartoccio di pesce e una bottiglia d'acqua in un ristorante del centro, si sono viste presentare un conto di 349 euro. A cui hanno aggiunto 80 di mancia. Che in totale fa 429 euro. Claudio Pica, presidente della Fiepet-Confesercenti, condanna l'episodio: ''Quanto accaduto a due turiste giapponesi che, pranzando in un ristorante del centro storico di Roma, hanno pagato ben 349 euro per due piatti di spaghetti al cartoccio di pesce e una bottiglia d'acqua è molto grave. Per tutta la categoria degli esercenti si tratta di un grande danno d'immagine, poiché gran parte dei ristoratori romani lavorano quotidianamente per mantenere alti gli standard qualitativi e normativi di prodotti e servizi". 

E aggiunge: "Come Fiepet-Confesercenti chiediamo da una parte l'intervento dei Carabinieri e della Polizia Turistica di Roma Capitale, dall'altra la possibilità di prevedere una sanzione elevata insieme alla sospensione della licenza nei confronti di quegli esercenti che si prendono gioco della clientela facendo - come si dice a Roma - delle vere e proprie 'sòle' ai turisti. Un comportamento inaccettabile che va disciplinato e su cui - ci chiediamo - la magistratura potrebbe anche configurare reati penali''.   

La notizia apparsa sul Messaggero riportava anche la difesa del locale in questione. Secondo il personale del ristorante i prezzi sono chiari ed esposti, e se agli spaghetti si abbina del pesce fresco, ribadiscono, il costo naturalmente lievita. Riguardo alla mancia, esagerata dopo un conto simile, sempre secondo quanto riferito dal personale al giornale, la richiesta è del 10 o 20 per cento del conto, ma è una scelta libera del cliente, sostengono. Detto questo i conti comunque non tornano con queste percentuali sullo scontrino finale, e tutto ciò, come fanno notare le guide turistiche, non giova all'immagine di Roma e di tutta l'Italia.