Roma, 14 ottobre 2023 – Nicola Tani è il direttore di Agipronews, l’agenzia che si occupa del mondo delle scommesse. E quindi ha un osservatorio privilegiato sui fenomeni che stanno venendo allo scoperto in questi giorni. È la persona giusta per spiegare come funzionano le scommesse sui siti illegali che hanno portato Fagioli, Zaniolo e Tonali nel registro degli indagati: "Le stime ci dicono che solo per l’Italia il giro d’affari delle scommesse su siti illegali si aggira sui 25 miliardi di euro, tre quarti dei quali su piattaforme online, quindi circa 18 miliardi. Per fare un confronto, quelle su siti legali valgono 60 miliardi di euro, al lordo".
Numeri che fanno capire una cosa: i ragazzi dell’Italia non sono soli, anzi. Si tratta di un fenomeno molto ampio, nel quale tecnologia e artigianato si fondono nella patologia: "Se uno punta sui siti legali deve fornire un conto d’appoggio, un codice fiscale, è tutto tracciato e il ’cervellone’ computerizzato del ministero dell’Economia, chiamato Sogei, si accorge delle puntate anomale facendo scattare l’allarme. Chi si rivolge al dark-gaming lo fa nell’illusione di non essere rintracciabile: bastano un tablet o uno smartphone, l’accesso a programmi di messaggistica come whatsapp, telegram o a skype. Però poi i soldi girano in contanti, altrimenti il sistema non funzionerebbe. E se l’immagine dell’uomo con la valigetta fa molto film poliziesco, comunque c’è qualcuno che per conto del cliente prende mazzette di soldi per la puntata e ne riporta in caso di vincita. Un portavoce o intermediario deve esserci sempre".
Possibile che in un mondo così tecnologico ci sia bisogno di una puntata...fisica? "Sì, a volte qualche sito fornisce un accesso anonimo, sono quelli che chiamiamo ’mordi e fuggi’. Hanno un indirizzo fisico in un paradiso fiscale, e un indirizzo ip per il computer che cambia magari ogni due settimane perché il ministero dell’economia nel frattempo lo ha bloccato. I siti illegali sono anche quelli su cui si concentrano maggiormente le attenzioni di chi indaga, quindi è più facile essere intercettati. Quasi sempre, come è successo anche in questo caso mi par di capire, il personaggio famoso finisce dentro un’indagine partita per un altro motivo".
Eppure neanche la consapevolezza dei controlli frena i giocatori: "Il fatto che sia tutto dematerializzato rende la scommessa illegale più semplice, ma ormai ogni cinque-sette anni ci troviamo di fronte a casi simili".
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