Venerdì 19 Aprile 2024

Ira dei medici, saltano gli interventi. "Più soldi e assunzioni": sciopero

Oggi stop in tutta Italia e proteste in piazza. Garantite solo le urgenze

Roma, 12 dicembre 2017 - L’assistenza ospedaliera rischia il collasso. I medici da 8 anni attendono il rinnovo del contratto, troppo spesso impegnati in maratone operatorie con riposi insufficienti tra un turno e l’altro. Carenze croniche da colmare, bilanci all’osso che frenano i reparti mandati avanti con il precariato e gli iscritti alle scuole di specializzazione. Questa la cornice che spinge 134mila camici bianchi a incrociare oggi le braccia per uno sciopero di 24 ore che minaccia di far saltare 40mila interventi chirurgici programmati e migliaia di visite. Ma le urgenze saranno tutte prese in carico.    I sindacati hanno incassato la solidarietà del ministro: «Sono assolutamente al fianco dei medici italiani – afferma Beatrice Lorenzin – qui avevamo due problemi: lo sblocco del turnover che credo abbiamo seriamente contribuito a risolvere poichè con i piani ospedalieri presentati dalle Regioni abbiamo dato il via a migliaia di assunzioni. Poi c’è tutto il tema del rinnovo del contratto, che non gestisce questo dicastero, ma io spero che riusciremo comunque a dare una mano». La Fp Cgil tuttavia punta il dito «contro le fallimentari scelte politiche del governo sul sistema sanitario e contro una legge di Bilancio che interviene prevalentemente attraverso bonus, quando manca un reale finanziamento per la ristrutturazione delle politiche di welfare, e la sanità è la grande esclusa».

Secondo Costantino Troise, leader di Anaao-Assomed, l’associazione più rappresentativa del comparto ospedaliero, mancano almeno 600 milioni di euro per coprire i contratti, e «scontiamo una diminuzione di 9mila medici occupati, cui si aggiungono 50mila unità per il resto del personale sanitario». Da qui la manifestazione che porterà alla sospensione di interventi chirurgici programmati (fatte salve, si diceva, le urgenze) e di centinaia di migliaia di visite specialistiche e prestazioni diagnostiche, nonchè il blocco di tutta l’attività veterinaria connessa al controllo degli alimenti. La Sanità, affermano i sindacati, «chiude un giorno per non chiudere per sempre». Per chiedere al governo una «inversione di rotta» oggi i rappresentanti dei medici manifesteranno davanti al Ministero dell’Economia a Roma, analoghe manifestazioni sono in programma in ogni capoluogo regionale.   Protestano anche gli anestesisti ricordando che in Italia c’è bisogno di assumere altri 4mila specialisti: «I giovani medici in formazione sono sfruttati al posto degli strutturati, e gli stessi titolari sono in condizioni di lavoro massacranti». Proprio per evitare soluzioni di ripiego l’Aaroi (sigla di riferimento degli anestesisti rianimatori) annuncia di aver inviato una segnalazione al ministero e al comando Nas dei Carabinieri per scongiurare l’eventuale utilizzo improprio dei loro colleghi in formazione nel giorno di sciopero.   Due anni fa la questione dei turni di lavoro massacranti fu tamponata a suon di deroghe. Secondo uno studio, in due strutture su tre non vengono rispettate le 11 ore di riposo che l’Europa richiede tra un turno e l’altro. «Il riposo europeo viene applicato a macchia di leopardo – ammette Troise – ci sono enormi differenze tra un territorio e l’altro, persino nella stessa regione ci sono reparti che la rispettano e tanti altri che conoscono un solo modello organizzativo basato sull’uso intensivo del lavoro dei sanitari. Il sistema andrà a regime quando ci sarà l’auspicata stabilizzazione dei precari».