Sciopero della fame Dietrofront di Cospito: assume gli integratori "Non cerco il suicidio"

Mangia yogurt e miele dopo 117 giorni e all’indomani della richiesta di revoca del 41 bis da parte del procuratore generale della Cassazione. Decisione attesa per il 24 febbraio. Il caso finirà anche alla Consulta

Migration

di Anna Giorgi

Alfredo Cospito, l’anarchico che sta conducendo la sua personale battaglia contro il 41 bis, con uno sciopero della fame che dura da 117 giorni, dopo il trasferimento dal centro Clinico di Opera al reparto di medicina penitenziaria del San Paolo, ha ripreso, ieri, ad assumere gli integratori. Lo ha fatto dopo aver letto il parere del procuratore generale della Cassazione, Pietro Gaeta, che ha chiesto la revoca del 41 bis. Una richiesta che va in senso contrario rispetto alla decisione dal ministro della Giustizia Carlo Nordio. Un punto a favore dell’anarchico in attesa della decisione finale del 24 febbraio, quando la Suprema Corte potrebbe scegliere la strada dell’annullamento del carcere duro con rinvio al Tribunale di Sorveglianza di Roma o addirittura potrebbe annullare direttamente senza il rinvio alla Sorveglianza e cambiare così, con una delle due decisioni, la storia giudiziaria di Cospito.

E proprio lo spiraglio di un esito favorevole, che si è aperto nella vicenda processuale, avrebbe spinto Cospito a questa decisione di tenuta fisica attraverso una "leggera alimentazione", confermata dalla sua avvocata Caterina Calia che, all’uscita dall’ospedale in cui si trova ricoverato, ha riferito la volontà espressa da Cospito: "Non voglio suicidarmi, ma voglio lottare contro il 41 che è una cosa terribile". Gli integratori sono fondamentali per mantenere stabile il suo stato di salute, ma soprattutto per tutelare le condizioni cardiache definite "a rischio" dai medici. Cospito ha bevuto acqua, con qualche cucchiaio di zucchero o sale, oltre al potassio ha aggiunto proteine, uno yogurt e del miele. Un peso in questa decisione di Cospito lo avrebbe avuto, inoltre, anche il parere che il procuratore nazionale antimafia, Giovanni Melillo, ha inviato al ministro della Giustizia. Quattro pagine in cui si invita l’"autorità politica" a valutare il trasferimento di Cospito in Alta Sicurezza con censura. Intanto la Corte Costituzionale si esprimerà in questi giorni sulla possibilità di applicare la "lieve entità" nel processo per strage politica in relazione agli ordigni nella caserma degli allievi carabinieri di Fossano del 2006, in cui non ci furono vittime. Questione giuridica dirimente perché da lì dipende se Cospito deve essere condannato all’ergastolo o a una pena tra i 20 e i 24 anni di reclusione. In primo grado e in appello, Cospito fu condannato a 20 anni. Ma la Cassazione aveva dato ragione alla procura generale di Torino, riqualificando il reato come strage politica, punito con l’ergastolo: di qui il rinvio degli atti alla Corte d’assise d’appello per la rideterminazione della pena.

Davanti all’ospedale meneghino San Paolo ieri è stato organizzato un sit-in e un volantinaggio contro il regime del carcere duro. Una protesta che andrà avanti anche nei prossimi giorni. Venerdì appuntamento a piazza Scala davanti a palazzo Marino – sede del Comune di Milano – per "protestare contro qualsiasi accanimento terapeutico nei confronti di Alfredo e per diffidare il sindaco dal firmare, qualora si rendesse necessario, la disposizione di un Tso contrario alla volontà del compagno". Il timore è che si possano verificare ancora gli scontri registrati sabato scorso durante un corteo non autorizzato in centro. Sull’episodio, costato la denuncia ad 11 persone, è stato aperto un fascicolo dalla procura di Milano per le ipotesi di reato di violenza e resistenza a pubblico ufficiale, danneggiamento e porto abusivo di armi improprie. Manifestazioni contro il 41 bis continuano a moltiplicarsi nel mondo. Attestati di solidarietà nei confronti dell’anarchico sono arrivati dall’Uruguay ma anche dal Cile, dove gli attivisti hanno organizzato una protesta davanti l’ambasciata italiana a Santiago.