Scialpinista sopravvissuto una notte sotto una valanga: "Non dovevo addormentarmi"

Il racconto di Carluccio Sartori, vivo dopo quasi 24 ore passate sotto una slavina a -10 gradi in Val Badia

Bolzano, 1 febbraio 2023 - "Sapevo che non dovevo addormentarmi, altrimenti sarebbe stata la fine", è l'incredibile racconto ai media di Carluccio Sartori, lo scialpinista sopravvissuto per quasi 24 ore sotto una valanga. "La notte è stata tremenda. Avevo tanta paura, non volevo morire", il termometro segnava -10 gradi e nessuno sarebbe sopravvissuto.

Carluccio  Sartori ricoverato nel reparto di medicina di urgenza di Bolzano (Ansa)
Carluccio Sartori ricoverato nel reparto di medicina di urgenza di Bolzano (Ansa)

Effetto igloo

Ma la valanga che lo aveva travolto lo ha anche salvato grazie all'effetto igloo creato dalla neve che lo ricopriva. Quando lo hanno ritrovato il 54enne aveva una temperatura corporea di circa 24 gradi, ma era comunque in grado di interagire e di pronunciare il suo nome. Ora è ancora ricoverato in terapia intensiva a Bolzano, ma sta bene e racconta il pericolo scampato: "Non sono credente ma quella notte ho pregato mia madre". 

Svanito durante un'escursione

Sartori il 26 mattina per un'escursione sulle Dolomiti, poi più nulla. I sui famigliari avevano dato l'allarme: l'uomo non si era presentato al Camping Sass Dlacia a San Cassiano, dove avrebbe dovuto passare la notte. Subito, ancora col buio, sono iniziate le ricerche delle squadre del soccorso alpino di Alta Badia e San Cassiano, ma senza esito. Inoltre lo scialpinista non aveva rivelato a nessuno dove era diretto. 

"Nuotavo per restare a galla"

Alla fine un miracolo, e anche tanta voglia di sopravvivere, gli permettono di condividere la sua avventura: "Quando la valanga si stava per fermare, ho iniziato a nuotare, per restare a galla, ma ero molto limitato nei movimenti e una spalla mi faceva male e lo zaino mi ostacolava". Quindi Sartori, appena la slavina si è fermata, è riuscito a liberarsi dalla neve sopra di lui con l'unico braccio ancora libero. "Ho chiamato aiuto, ma nessuna risposta", il 54enne capisce che deve resistere e sa che chi si addormenta è perso: "Per questo motivo per tutta la notte ho fatto una sorta di micro ginnastica, muovendo sistematicamente un arto dopo l'altro, come riuscivo sotto la neve". Ora dopo ora per il calore del corpo la neve ha iniziato ad allentare la sua morsa e lo scialpinista è riuscito a liberare il braccio.

La salvezza dal cielo

"Non dimenticherò mai il rumore dell'elicottero. Quando ho visto i soccorritori mi sono rilassato. Andrò a trovare i ragazzi". Sartori è stato ritrovato in gravi condizioni, ma vivo grazie all'Arva, lo strumento indispensabile nelle escursioni in montagna e che segnala le persone sotto le slavine. Poi è stato trasportato d'urgenza all'ospedale 'San Maurizio' di Bolzano. Ora che sta meglio ringrazia chi lo ha soccorso e medici e infermieri del reparto di rianimazione. In conclusione a Sartori è passata la voglia di escursioni, e "per tutta la vita quando vedrò le stelle e il Grande Carro penserò a quella notte".