Martedì 23 Aprile 2024

Schumi compie 54 anni Il dolore del figlio Mick "Vorrei poterti parlare"

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di Leo Turrini

GLAND (Svizzera)

Michael Schumacher ha compiuto gli anni. Giusto ieri ha tagliato il traguardo dei 54. Eppure, malinconicamente lo sappiamo tutti: per lui il tempo si è fermato.

A fine dicembre del 2013, il Campionissimo della Formula Uno cadde sugli sci in Alta Savoia. Le dinamiche dell’incidente non sono mai state ricostruite con assoluta precisione.

Di sicuro il 7 volte iridato si stava divertendo in compagnia del figlio Mick, all’epoca adolescente. Una banale escursione fuori pista, un rischio minimo per un uomo che aveva dedicato la giovinezza al brivido della velocità estrema a bordo di una monoposto.

Ma le conseguenze dell’impatto con le rocce innevate furono devastanti. All’indomani della caduta, nell’unico bollettino medico rilasciato in oltre tremila giorni (l’unico!) i dottori di Grenoble parlarono, sia pure fra comprensibili cautele, di lesioni gravissime al cervello. Da allora, più niente.

Corinna, la moglie, ha chiesto e ottenuto silenzio. Difende con stoicismo la privacy del marito ferito. Nel castello di famiglia a Gland, in Svizzera, oltre al personale sanitario hanno accesso pochissime persone. L’ex team principal della Ferrari, il francese Jean Todt. L’ex direttore tecnico del Cavallino, il britannico Ross Brawn. Una cerchia ristrettissima, vincolata al massimo riserbo. Chi vede e sa, tace. Schumi non è “attaccato a una macchina”, come si dice in gergo. Respira da solo, per capirci. Ma non è in grado di interagire con chi lo frequenta.

Lo ha fatto capire recentemente Mick, il figlio che sta tentando di ripercorrerne le orme di pilota, appena assunto come driver di riserva dalla Mercedes, che fra il 2010 e il 2012 fu l’ultima scuderia del genitore. Ha detto Mick: "Mi piacerebbe poter confrontare le mie esperienze al volante con papà, che in pista è stato il più grande di tutti". E in quel condizionale, in quel "mi piacerebbe", sta racchiusa la verità indicibile.

Nel silenzio, Corinna comunque non molla. Un paio di anni fa si era sparsa la voce di un trasferimento di Michael in una clinica di Parigi, specializzata nella infusione di cellule staminali, per tentare un nuovo approccio terapeutico. Nessuna conferma, nessuna smentita. La signora Schumacher protegge con grandissima dignità lo struggente presente dell’uomo che ama.

La vita in quel castello in Svizzera continua, anche se non sappiamo come. Corinna Schumacher ha promosso, insieme a Mick e alla primogenita Gina Maria, una fondazione intitolata "Keep Fighting", che significa "Non mollare".

Non serve spiegazione, credo.