Schianto di Zanardi, la famiglia contro il pm

Siena, gli avvocati del campione si oppongono alla decisione della procura di archiviare l’inchiesta nei confronti dell’autista del tir

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di Laura Valdesi

SIENA

"Non si ravvisa alcun nesso causale tra la condotta tenuta alla guida dell’autoarticolato e la determinazione dell’incidente in seguito al quale Alex Zanardi riportava gravi lesioni", spiega il procuratore di Siena Salvatore Vitello. È chiusa l’inchiesta sull’incidente avvenuto il 19 giugno scorso all’ex pilota di Formula 1 e campione paralimpico nelle curve che da Pienza portano a San Quirico d’Orcia, in provincia di Siena, in occasione della staffetta di Obiettivo tricolore. L’uomo al volante del tir con cui si era scontrata la handbike di Zanardi, Marco Ciacci, 45 anni, trasportatore di Castelnuovo Berardenga, non ha responsabilità. Di qui la richiesta di archiviazione al gip del pm Serena Menicucci per lesioni colpose gravissime. Ma il legale della famiglia Zanardi non ci sta avendo tra l’altro ribadito, alla luce delle perizie, che il filmato di un videomaker sull’attimo dello scontro mostrerebbe il camion che supera la mezzeria. Così ha depositato l’opposizione all’archiviazione, conferma la procura, "attribuendo efficacia causale alla condotta del camionista, sostenendo che il parziale superamento di tale linea abbia determinato la manovra di sterzo a destra di Zanardi da cui conseguiva la perdita di controllo del mezzo". Il fascicolo è stato ora trasmesso al gip che deciderà se accogliere o meno la richiesta della procura.

Non andava forte il tir mentre risaliva le curve che portano a Pienza. "Viaggiava a velocità moderata e ampiamente al di sotto del limite previsto in quel tratto", la ricostruzione supportata dalla perizia dell’ingegner Dario Vangi, docente dell’Università di Firenze che ha svolto gli accertamenti con il collega Giorgio Cavallin, per la famiglia Zanardi, e Mattia Strangi, nominato dall’indagato. Il camionista avrebbe reagito prontamente alla vista della handbike "mettendo in atto una manovra di emergenza, sterzando verso il margine della carreggiata, per allontanarsi dalla mezzeria e cercare di evitare l’impatto – spiega il procuratore – che sfortunatamente si verificava interamente nella corsia di pertinenza del tir". "Nella dinamica non ha avuto efficacia causale – evidenzia ancora Vitello – la posizione e in particolare il fatto che prima dell’impatto il mezzo si è spostato più vicino alla mezzeria, calpestandola per metà con le ruote anteriori sinistre e oltrepassandola di poco con quelle posteriori". La perizia Vangi avrebbe stabilito che lo sconfinamento è stato "inferiore a 40 centimetri" e definito "minimo stante il tipo di mezzo e la strada percorsa". L’incidente, insomma, è accaduto a causa "della presenza del veicolo e non dell’invasione di corsia".

"Molto contento anche se resto con i piedi per terra", il commento dell’autista. "Sono stati mesi terribili per me – aggiunge –, per Zanardi peggiori. Cosa mi sento di dire al campione? Spero di cuore che si riprenda".