Schianto all’Argentario, l’orrore dei superstiti: "Il motoscafo sembrava senza controllo"

Al vaglio le dinamiche dello scontro tra le due imbarcazioni: tra le ipotesi quella che il mezzo a motore avesse il pilota automatico. Il marito della donna dispersa: "Così l’ho vista sparire in acqua"

La barca a vela è stata distrutta nello scontro col motoscafo

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Grosseto, 25 luglio 2022 - Non è ancora chiara la dinamica dello scontro fra il motoscavo e la barca a vela avvenuto sabato pomeriggio nelle acque comprese fra il Promontorio di Monte Argentario e l’Isola del Giglio, uno scontro in cui un uomo di 59 anni ha perso la vita e per il quale una donna di 60 risulta ancora dispersa. Un solo elemento – stando alle testimoninaze raccolte che devono però trovare riscontri oggettivi – sembra abbastanza chiaro: il motoscafo viaggiava a velocità sostenuta. Nessuna conferma, invece, sull’ipotesi che stesse viaggiando con il pilota automatico: gli accertamenti della Capitaneria di Porto Santo Stefano non sono ancora conclusi e fino alla tarda serata di ieri su questo punto non c’erano conferme.

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"Le cause sono ancora al vaglio delle autorità – spiega il Tenente di Vascello Luigi Buta, comandante della Capitaneria argentarina – e al momento non è possibile escludere alcuna ipotesi. Le operazioni di soccorso e di ricerca stanno tenendo impegnate tutte le unità disponibili con una grande collaborazione tra noi, i carabinieri, la Guardia di finanza e i vigili del fuoco".

A perdere la vita nello scontro è stato Andrea Giorgio Coen, 59 anni, originario di Biella e residente a Roma. Titolare di una galleria d’arte in via Margutta, fondata nel 1970, esperto di arazzi antichi e tappeti d’epoca, era anche un appassionato sportivo, soprattutto di podismo. È stato travolto dal motoscafo mentre si trovava a poppa della barca a vela (lunga 14 metri) e il suo corpo è stato martoriato dalle eliche. Complesse le operazioni di recupero: il motoscafo, ieri mattina, è stato sollevato con una gru per consentire di raggiungere il corpo rimasto incastrato sotto la chiglia.

Ancora vane le ricerche di Anna Claudia Cartoni, la donna caduta in acqua davanti agli occhi del marito Francesco Manzo (imprenditore edile di 61 anni), comandante della barca a vela, ricoverato nell’ospedale di Orbetello. "Ho visto il motoscafo che ci veniva addosso – ha raccontato ai familiari –, poi lo schianto. Ho visto Anna Claudia cadere in acqua e poi è sparita, non sono riuscito ad afferrarla. Un attimo e non c’era più". Anna Claudia Cartoni, laureata in Scienze motorie, è un’appassionata di sci alpinismo nonchè giudice internazionale di ginnastica artistica. Madre di una figlia disabile (oggi ventenne) e autrice di un libro sulla figlia dal titolo ’Irene sta carica, una vita a metà’.

"Le ricerche della donna vanno avanti senza sosta – dice ancora il comandante Buta –, anche di notte. Le difficoltà aumentano con il passare delle ore, perché più passa il tempo maggiore deve essere l’area di ricerca, considerato anche il fatto che i venti modificano continuamente le correnti". Il fondale, nel punto dell’impatto, raggiunge i cento metri di profondità. Per questo, per le ricerche, si sta utilizzando un robot subacqueo, in dotazione ai vigili del fuoco, in grado di raggiungere 150 metri di profondità e scandagliare il fondale.

A bordo del motoscafo c’erano due uomini e una donna di nazionalità danese e una donna italiana. Nessuno di loro ha avuto conseguenze fische e tre sono già state ascoltate dagli uomini della Capitaneria. La quarta, quella che si presume si trovasse alla guida, sarà ascoltata in queste ore. Il sostituto procuratore Valeria Lazzarini disporrà l’autopsia e, contestualmente, firmerà uno o più avvisi di garanzia per consentire alle parti di nominare un proprio consulente di fiducia. Avvisi di garanzia che – fino alla tarda serata di ieri – non erano stati firmati.

Sulla barca a vela si trovavano sei persone. Oltre a Manzo, Coen e alla Cartoni, c’erano altre tre persone: due donne (arrivate in ospedale e dimesse già nella serata di sabato) e un uomo che è stato trasferito con ’Pegaso’ da Porto Ercole a Grosseto e ricoverato al ’Misericordia’. Non sarebbe in pericolo di vita. Di fronte all’ospedale di Orbetello ieri c’erano alcuni familiari e amici. "Siamo sconvolti, sappiamo ancora poco di quanto accaduto e non vogliamo parlare. Comprendeteci, per favore".