Mercoledì 24 Aprile 2024

Schiaffo al Metoo, Cosby torna in libertà

La Corte suprema della Pennsylvania annulla la condanna per stupro. Il protagonista dei ’Robinson’ scarcerato dopo tre anni

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di Giampaolo Pioli

Aveva appena compiuto 80 anni quando nel 2018 dopo un processo clamoroso è stato condannato a 10 anni di carcere per molestie sessuali e stupro nei confronti di una giovane massaggiatrice e studentessa di origine canadese per un episodio che risaliva al 2005. Bill Cosby venne rinchiuso in una cella del penitenziario di Filadelfia dove ha trascorso 3 anni, spesso in isolamento, e forse ci sarebbe rimasto per il resto dei suoi giorni se ieri la Corte Suprema della Pennsylvania non avesse capovolto l’intero verdetto ordinando che l’attore e regista venisse rimesso subito in libertà. Durante il processo più di una trentina di donne, che non erano mai uscite allo scoperto, salirono sul banco dei testimoni per dire che Cosby aveva molestato sessualmente anche loro inducendole a cedere alle sue pulsioni con pastiglie di psicofarmaci.

Cosby si è sempre dichiarato innocente fin dal primo giorno del processo. Ha sostenuto che i suoi erano rapporti tutti consensuali, ma la giuria non gli ha creduto. La sua vittima più illustre Andrea Constand ha confermato invece di essere stata drogata e di aver incontrato l’attore più di una volta.

Quello che veniva considerato per oltre 40 anni il ’papà d’America’ per aver raccontato sul piccolo schermo l’ironica vita quotidiana ironica di una famiglia media di colore americana, ’I Robinson’, improvvisamente era diventato un mostro. Uno dei primi più illustri bersagli del movimento #me-too che ha accompagnato dietro le sbarre anche il grande produttore di Hollywood Harvey Weinstein.

Nel 2006 dopo una causa civile presentata dalla Constand, Cosby accettò di chiudere il caso con una forte transazione economica. Pagò alla Constand, oltre agli studi all’università, anche la somma di 3,8 milioni di dollari che però rimase segreta.

Con quell’intesa, la massaggiatrice –studentessa speranza della pallacanestro canadese, firmò un patto di segretezza col quale tutto l’episodio insieme alla cifra di risarcimento sarebbe rimasto sotto sigillo e non avrebbe mai potuto far parte di una causa criminale per stupro o assalto sessuale. Il procuratore generale del tempo, che convinse anche Cosby a firmare, era Bruce Caster l’avvocato di Donald Trump nel secondo caso di ìmpeacment.

Tredici anni dopo però nel 2018 la Constand ci ha ripensato ed ha rotto il patto di segretezza rivelando i contenuti dell’accordo con Cosby al New York Times, pronta ad affrontare la causa penale. Una volta ’desecretato’ e diventato di dominio pubblico il dossier finì nelle mani del nuovo procuratore di Filadelfia e venne utilizzato come arma contro Cosby. Gli avvocati del comico per settimane cercarono di spiegare che c’era stata una violazione dei patti ma non vennero tenuti in considerazione e si rivolsero in appello alla Corte Suprema che ieri ha annullato la sentenza di colpevolezza e rimesso in libertà il vecchio attore.

L’Alta Corte di Filadelfia col suo verdetto in raltà non ha stabilito che Cosby è innocente, ma che non si potevano usare le sue dichiarazioni nella causa civile, per il processo penale, perché ’un patto è un patto’.