Mercoledì 24 Aprile 2024

Schiacciati e soffocati nel camion Così sono morti 50 migranti in Texas

Provenivano da Messico e Honduras, la strage più grave nella storia del Paese. I repubblicani contro Biden: colpa sua

Migration

di Giampaolo Pioli

Una fossa comune di metallo lunga meno di 20 metri e alta due. Almeno 50 i cadaveri trovati lì dentro. Un autotreno è diventato una rovente stanza della morte: c’erano più di 70 persone accatastate una sull’altra, senza lo spazio per sedersi e respirare anche se avevano pagato dai 7mila ai 10mila dollari ciascuno per passare la frontiera dal Messico agli Stati Uniti. Tra i 21 feriti ci sono anche quattro bambini. I loro genitori sono morti nel container che li doveva portare negli Usa verso una vita migliore. È la più grande strage di clandestini che il Texas ricordi. Ma anche la più grande dell’America. Quelli che erano una volta i vecchi corridoi della droga sono diventati redditizie e spietate autostrade per il trasporto di disperati esseri umani. Le 50 vittime provenivano dal Messico, dall’Honduras e dal Guatemala. Le gang dei trafficanti si infiltrano tra le lunghe colonne dei profughi che cercano di passare il confine ogni giorno o sono in fila per sottoporsi al regolare processo di verifica per ottenere asilo politico. Se chi si mette in marcia non ha tutta la somma per essere trasportato in Usa accetta di pagare la differenza ai trafficanti col suo lavoro una volta arrivato in Texas. Spesso diventano schiavi agricoli per mesi prima di ottenere la loro libertà o schiavi del sesso, ma accettano il rischio perché sanno che riusciranno comunque a passare il Rio Grande. I cinquanta disperati trovati invece cadaveri sul grande autotreno fermo sulla Quintana Road non lontano da San Antonio, però sono tutti morti asfissiati o addirittura schiacciati dai corpi degli altri quando ll camion sbandava. Tre uomini sono stati arrestati, per il traffico, ma non è chiaro se l’autista del mezzo è riuscito a fuggire dopo averlo abbandonato.

Il governatore del Texas, Greg Abbot, il cui mandato scade a novembre, dopo le gaffe sulla strage di Uvalde si ritrova adesso alle prese con un altro massacro sul confine e attribuisce la colpa a Joe Biden. "Queste morti sono le sue – dice – sono la conseguenza del suo rifiuto di attuare la legge, la L42 nel caso del Texas e del Messico, che prevede un accelerato principio di espulsione per chi viene catturato dagli agenti dell’Homeland Security. Dalla Spagna dove si trova per il vertice Nato il presidente Biden replica: "Sfruttare persone vulnerabili a scopo di lucro è vergognoso, così come sfruttare questa tragedia per scopi politici". E Beto O’Rurke, il candidato democratico che tenterà di battere Abbot ai seggi per prendere il suo posto, rincara: "Tutto questo è devastante. Occorre smantellare le reti di contrabbando di esseri umani e sostituirle con vie più ampie per l’immigrazione legale". Ma è proprio su questo tema che i repubblicani daranno battaglia condannando la politica troppo rilassata di Biden ai confini, anche se nel solo mese di maggio il governo in carica ha respinto 240mila persone. La crisi però sta salendo ancora e il presidente messicano Obrador il 12 luglio farà di questo tema il punto centrale del loro incontro alla Casa Bianca.