Mercoledì 24 Aprile 2024

"Schiacciati dallo streaming Siamo attori senza diritti"

di Giovanni Bogani

La Villa reale è lì, con il suo parco verdissimo. Il convegno Dietro le quinte. Cinema, teatro e musica post Covid, organizzato da Quotidiano Nazionale, alza il velo sui problemi. "Lo spettacolo è cultura, lo spettacolo è nutrimento per le anime, è discussione, è condivisione di idee", incide la traccia il direttore di QN Michele Brambilla. Francesca Cavallin, attrice, fra i soci fondatori di Unita (l’Unione interpreti del teatro e dell’audiovisivo), enuclea le urgenze: "Oggi gli attori dell’audiovisivo lavorano tutti come liberi professionisti, non sono tutelati nella malattia, negli infortuni, nella disoccupazione. E quando i film passano sulle piattaforme che ben conosciamo, non ci sono cifre né rendicontazione. Non un solo centesimo entra nelle nostre tasche, al contrario di quanto accade coi passaggi nelle reti tv tradizionali. Basta Far West".

"Occorre al più presto un dialogo: sia quello con i politici – in parte già avviato – sia con le piattaforme di contenuti audiovisivi", aggiunge Stefano Scherini, cofondatore e consigliere di Unita. Dialogo iniziato proprio ieri, sul palco del convegno, dove si sono incontrati Scherini, lo scrittore e regista Ivan Cotroneo e Giorgio Tacchia, presidente di Chili, piattaforma che distribuisce film online: "Io sarei il ‘cattivo’ della situazione, ma noi a nostra volta siamo costretti a dare gran parte dei nostri dividendi ai produttori: dobbiamo incontrarci e trovare soluzioni tutti insieme. Non è colpa nostra se l’incremento della domanda sulle piattaforme è enorme".

Ivan Cotroneo è ottimista sul futuro del mercato, e anche su quello della creazione artistica: "Proprio i risultati conseguiti da certe serie tv, con attori che nessuno conosceva e autori completamente ignoti, sono la prova che le sorprese ci sono e ci saranno sempre: che il pubblico non è un gregge sottomesso a un algoritmo, che il nuovo riuscirà sempre a sorprenderci. Allo stesso modo, potranno convivere il film in sala di cui tutti parlano con la serie tv da vedere in solitaria. C’è spazio per varie forme di fruizione".

"Il cinema è terapia e cultura – commenta Carlo Verdone –. Mi auguro che la sala non debba soffrire l’affronto finale. I giovani si abituano a vedere le serie tv sul telefonino e le sale rischiano la loro crisi più tragica". Gli fa eco Fabrizio Gifuni: "I teatri sono finestre aperte sulla città, sono luci di civiltà. Un patrimonio inestimabil". Elena Sofia Ricci avverte: "Lo spettacolo è parte del prodotto nazionale, una ricchezza della nostra economia – dagli attori ai fonici, dalle costumiste ai sarti – e della nostra psicologia. Guaia dimenticarlo".