Giovedì 18 Aprile 2024

Scandalo pedofilia, calciatore arrestato

Terremoto in Premier League: i media islandesi svelano il nome di Gylfi Sigurdsson. Gioca nell’Everton ed è una bandiera della nazionale

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di Paolo Franci

"Pedofilo". Con questa accusa è stato arrestato e poi rilasciato su cauzione venerdì scorso un giocatore dell’Everton, sposato e protagonista di spicco della sua nazionale. Identikit che secondo alcuni media islandesi porterebbe a Gylfi Sigurdsson, uno dei calciatori simbolo dell’Islanda e della nazionale. Massima cautela però, sull’identità del calciatore finito in manette che nel frattempo è stato sospeso dal club di Liverpool.

Secondo quanto filtrato dagli agenti della polizia inglese, sono stati sequestrati "diversi oggetti" mentre i reati su cui è stato interrogato il calciatore sarebbero "molto gravi".

La piaga della pedofilia e degli abusi nel calcio è una linea fetida e sotterranea che ciclicamente sbuca in superficie in modo dirompente. E scioccante. Come nel caso dell’ex centrocampista del Sunderland Adam Johnson che nel 2016 è stato condannato a 6 anni di reclusione per adescamento e pedofilia dopo aver confessato di aver baciato una minorenne. Quella condanna è costata a Johnson anche la vergogna di vedersi cancellate dalla Federazione le 12 presenze in Nazionale.

È andata meglio a una delle colonne del calcio tedesco degli ultimi anni, il difensore centrale Christoph Metzelder, ex Real Madrid e Borussia Dortmund, condannato a 10 mesi di reclusione due anni fa per le centinaia di file video e foto pedopornografiche – una ventina dei quali inoltrati via whatsapp ad altre persone – in suo possesso. Metzelder ha scelto poi di farsi curare e all’epoca del processo si mostrò molto pentito.

Chi non ha mai mostrato uno straccio di pentimento è Barry Bennell, allenatore delle giovanili di Manchester City e Crewe Alexandra che ha abusato di centinaia di ragazzini. Il nuovo scandalo, non il primo che lo riguardi, scoppia nel 2016 grazie ai racconti di quattro giocatori professionisti, tra cui Andy Woodward, anche se Bennell era già finito in carcere nel ’91, fino all’ultima condanna a 30 anni di reclusione, nel 2018.

Il giudice Clement Goldstone che lo ha processato, lo ha definito ’incarnazione del diavolo’, ’male allo stato puro’, sulla base di ben 840 testimonianze di abusi accaduti tra il 1979 e il 1991, anche se Bennell non fu l’unico ’mostro’. Oltre a lui, finiranno in carcere a più riprese gli allenatori delle giovanili George Ormond del Newcastle; Bob Higgins del Crystal Palace e Southampton con 46 capi d’accusa; Ted Langford, Aston Villa, nel 2007 condannato a 3 anni per molestie a 4 ragazzini. Eddie Heath, che tra gli anni ’50 e il 1983 abusò di chissà quanti ragazzi prima di essere arrestato.

Il ’male allo stato puro’ Bennell aveva un’immagine lontana anni luce dallo stereotipo del violentatore di ragazzini: girava su auto costose, era elegantissimo, affascinante e, soprattutto, era il portale magico per accedere al grande calcio.

Così, per decenni, ha scelto i bimbi più fragili e introversi, li ha portati a casa sua che pareva una specie di Disneyland, tra videogames, tv giganti, biliardini, animali ammaestrati tra cui un puma. Poi spaventava i giovani con storie di paura e infine li portava "al sicuro" nella sua stanza. Una volta abusato di loro, partiva con le minacce fisiche e di carriera nel calcio. E quando si difese in tribunale nell’ultimo processo, sostenendo di non aver abusato di due ragazzi più grandicelli, Bennell lo fece spiegando: "Non mi interessavano, io sono un cacciatorie di tredicenni".