Martedì 16 Aprile 2024

Scandalo a Tokyo, il governo trema "Legami con la setta". Via il ministro

Si dimette il responsabile della sicurezza economica: intratteneva rapporti con la Chiesa dell’Unificazione. I presunti contatti fra il movimento fondato dal reverendo Moon e l’ex premier Shinzo Abe ucciso a luglio

di Patrick Colgan

Non è bastato il rimpasto di governo di agosto, né l’avvio di un’inchiesta, né la promessa del premier giapponese Fumio Kishida di incontrare le vittime dell’organizzazione. I sondaggi sono in picchiata. E lo scandalo della Chiesa dell’Unificazione travolge il ministro della Sicurezza Economica Daishiro Yamagiwa che ieri si è dimesso: una foto lo ritraeva a un raduno dei fedeli, assieme alla vedova del fondatore, il reverendo Moon.

I giapponesi assistono con sconcerto all’emergere di diffusi e profondi legami fra il partito Liberal Democratico, conservatore e ininterrottamente al governo da dieci anni, e la tentacolare organizzazione religiosa, ritenuta da molti una setta. Fondata in Corea nel 1954 dal carismatico Sun Myung Moon (morto nel 2012), di ispirazione cristiana e messianica, la Chiesa dell’Unificazione, negli anni è stata oggetto di inchieste e denunce, in particolare legate a “lavaggi del cervello“ degli adepti e a pressanti richieste di denaro. Somme anche ingenti come gli oltre 700mila euro che avrebbe versato negli anni la madre di Tetsuya Yamagami, il giovane che l’8 luglio ha ucciso con una pistola fai da te l’ex primo ministro Shinzo Abe, accusandolo di essere un simpatizzante della Chiesa. Fu infatti proprio il nonno di Abe, Nobusuke Kishi, primo ministro dal 1957 al 1960 ad aiutare Moon, fervente anticomunista, a consolidare la sua presenza in Giappone e avviare un legame con i conservatori, evidentemente proseguito.

L’attentato ha scoperchiato il vaso di Pandora. Oltre metà dei parlamentari, secondo la stampa locale, avrebbe avuto contatti più o meno stretti con l’organizzazione, che in cambio avrebbe fornito sostegno elettorale e volontari. Il numero dei fedeli non è altissimo, circa 100mila nel Paese, ma il peso, anche economico, è di rilievo. Mentre la vicenda è deflagrata, la fiducia nel primo ministro Kishida è precipitata sotto il 30% (sondaggio della tv pubblica Nhk).

Il Paese non è nuovo a scandali, legati in particolare alla corruzione. Ma questa volta è diverso: l’idea della vicinanza a un’organizzazione religiosa così controversa è evidentemente inaccettabile per molti giapponesi, solitamente restii a manifestare dissenso. Senza precedenti sono state le proteste per i colossali funerali di Abe, costati 12 milioni di euro. Ma c’è anche un altro aspetto da non dimenticare. Fatte le debite proporzioni, la parola setta ha un suono particolarmente sinistro in Giappone, dove è viva la memoria degli attentati con il gas nervino del 1995 nella metropolitana di Tokyo (13 morti, migliaia di intossicati), condotti dagli adepti di Aum Shinrikyo.