
Sei miliardi di dollari per la vita di cinque americani. Tanto è costato a Joe Biden il rilascio dei suoi connazionali detenuti in Iran, alcuni da quasi dieci anni, con accuse di spionaggio e cospirazione. Washington ha anche concesso la libertà ad altrettanti prigionieri iraniani assicurando tuttavia che lo scambio non modifica il rapporto con il regime di Teheran e annunciando nuove sanzioni. "Cinque americani innocenti detenuti in Iran tornano finalmente a casa. Si riuniranno ai loro cari, dopo aver sopportato anni di agonia, incertezza e sofferenza", ha dichiarato il presidente rinnovando l’invito a tutti i cittadini Usa a non recarsi in Iran perché "troppo rischioso per chi ha il passaporto americano". Siamak Namazi, Morad Tahbaz, Emad Sharghi e altri due americani avevano la doppia cittadinanza. La decisione del capo della Casa Bianca di fare affari con uno dei più acerrimi nemici degli Stati Uniti, in effetti, è stata fortemente attaccata dai repubblicani e dalle organizzazioni per i diritti che la considerano un pericoloso precedente.