Martedì 23 Aprile 2024

Scambio di persona Ventenne in coma dopo il pestaggio Arrestate due donne

Tentato omicidio, nei guai madre e fidanzatina del 22enne già in cella "La donna ordinò la spedizione punitiva. Nel mirino c’era un altro"

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BOLOGNA

Preso a ginocchiate nello sterno e poi colpito al volto con un tirapugni. Lo ha lasciato a terra, Nicolò Passalacqua, 22 anni, ora in carcere per tentato omicidio; da allora Davide Ferrerio, 20 anni, non si è più svegliato. Ma ora, per quella brutale aggressione dell’11 agosto scorso a Crotone sono state arrestate altre due persone: la fidanzatina di Passalacqua, 17 anni, portata in una casa famiglia e la madre di quest’ultima, 41, per il gip "novella Circe" la cui specialità era "ammaliare terzi e piegarli al suo volere anche per il compimento di azioni atroci, quali quello occorso al giovane Ferrerio". Per gli inquirenti fu lei l’artefice del "diabolico disegno" che portò all’aggressione dell’ignaro bolognese in vacanza.

La donna, "matriarca" che potrebbe "determinarsi negli stessi primitivi modi" e fuggire all’estero, secondo il giudice che così ne giustifica l’esigenza cautelare, avrebbe architettato il finto appuntamento ai danni di un 31enne che da qualche tempo insidiava la figlia adolescente con un profilo falso sui social, per poi scatenargli contro le ire del "fumantino" Passalacqua. Quest’uomo, contrariamente alle speranze della famiglia Ferrerio e in particolare di mamma Giuseppina Orlando che perciò di recente ha chiesto al ministro della Giustizia Nordio di interessarsi alla vicenda, è rimasto fuori dall’inchiesta. Non è indagato per l’invio del messaggio che depistò Passalacqua e ne indirizzò le ire contro l’ignaro Davide. "Ho la camicia bianca", scrisse, ma era falso. Per puro caso, lì vicino con la camicia c’era il ventenne. Ed è seguita la tragedia.

Il trentunenne, stando alle ricostruzioni, capì di essere finito in trappola proprio perché intimidito dalla quarantunenne arrestata, che quella sera gli si avvicinò chiedendogli con fare minaccioso cosa ci facesse lì, per capire appunto se si trattasse dell’uomo contro cui aveva organizzato la ’spedizione punitiva’. Questi allora avrebbe finto di attendere il bus e poi se ne sarebbe andato, ma non prima di avere mandato l’sms. Una scelta "da codardo", conviene il gip, "untuosa viltà" che trova "certamente censura sul crinale etico", non però "in termini penalistici". L’uomo testimoniò di non avere mai visto Davide, ricostruzione ritenuta verosimile dagli inquirenti poiché "si trovava a oltre 100 metri da lui e vi erano altri soggetti vestiti di bianco. L’evento verificatosi, nel suo tragico evolversi, era imprevedibile".

L’esclusione del trentunenne dal fascicolo non va giù alla mamma di Davide e al suo avvocato Gabriele Bordoni, che commenta: "Dall’ordinanza emerge quello scenario deprimente di brutalità e subcultura e particolari rilevanti, come l’uso di un tirapugni per colpire Davide. Quanto all’autore del messaggio che ha innescato l’aggressione traiamo conferma della nostra convinzione: avere indirizzato la violenza verso un ragazzo con la camicia bianca, anche fosse vero che non faceva direttamente riferimento a Davide, rappresenta una accettazione del rischio di quanto poteva derivare a danno di chi, in quel frangente, avesse indossato quel capo. Sarà tema da approfondire". Soddisfatto invece l’avvocato Fabrizio Gallo, per il padre di Davide: "Apprendo la notizia dell’arresto delle due donne con estrema soddisfazione. La mamma, come si è sempre sostenuto, era la presunta mandante del brutale pestaggio che ha ridotto Davide in stato vegetativo".

Federica Orlandi