Scambio di neonate in culla Le famiglie: "Siamo sotto choc"

Bergamo, l’ospedale ricostruisce la reale identità delle piccole soltanto dopo alcuni giorni. Una mamma si era insospettita per il colorito della pelle e i capelli leggermente più scuri dei suoi

di Francesco Donadoni

Non avrebbero mai immaginato di poter ricevere quella telefonata. Eppure. Avevano da poco riportato a casa i loro gemellini appena nati, quando è arrivata la chiamata dell’ospedale Papa Giovanni XXIII: uno dei due bimbi era di un’altra donna che lo aveva dato alla luce a qualche minuto di distanza dai loro. Lo scambio di neonati è avvenuto nei giorni scorsi, a raccontarlo è stata la stessa mamma, che ha spiegato come nei giorni precedenti aveva avuto dei dubbi: la bimba che aveva accudito mostrava un colore più scuro rispetto ai suoi, tra ciglia e capelli. Insomma, alla donna era venuto qualche sospetto legittimo.

"Mi hanno detto: non si preoccupi signora, con i neonati capita spesso", ha spiegato. quella rassicurazione è crollata martedì poco dopo le dimissioni. Quella sera i neogenitori hanno ricevuto una telefonata dal Papa Giovanni XXIII che ha chiesto loro di controllare il braccialettino che la bimba aveva al polso al momento delle dimissioni, e che la coppia aveva messo da parte come ricordo. Riportava il nome e cognome di un’altra bambina, nata nello stesso ospedale più o meno alla stessa ora. La coppia si è precipitata al Papa Giovanni XXIII, dove ha incontrato la mamma che nei giorni precedenti aveva accudito la loro bimba mentre loro abbracciavano la sua. Si pensa che lo scambio sia stato fatto da un membro del personale ospedaliero che spostando nel neonate nelle culle del nido, non ha controllato i nomi sul braccialetti. All’ospedale si dicono rammaricati dall’accaduto.

"L’errore – hanno spiegato dal Papa Giovanni XXIII in una nota – è stato favorito dal fatto che le bambine sono nate a poche ore di distanza, con peso sovrapponibile e una storia clinica molto simile. Si è trattato di una situazione eccezionale, mai verificatasi in precedenza nel nostro punto nascita dove vengono alla luce più di 4 mila bambini ogni anno, generata presumibilmente, in base agli elementi finora raccolti, dal mancato rispetto della procedura in essere, che prevede la verifica dei braccialetti identificativi della coppia mammaneonato al momento dell’arrivo del bambino nella stanza di degenza della mamma dopo essere transitato dal Nido. È stata istituita una commissione interna per ricostruire i fatti e mettere in atto eventuali correttivi ai già rigidi protocolli esistenti in azienda per evitare che altri episodi simili possano verificarsi in futuro. Entrambe le neonate sono state dimesse a domicilio in ottimo stato di salute: non hanno riportato conseguenze per quanto accaduto, non hanno corso rischi di contagio infettivo e non sono state sottoposte a terapie particolari". Seguono le pubbliche scuse e almeno una famiglia attonita: "Non siamo arrabbiati – hanno dichiarato i genitori –. Siamo semplicemente sotto choc. Errare è umano, ce ne rendiamo conto. Quello che speriamo è che incidenti simili non capitino più".