Mercoledì 24 Aprile 2024

"Sbagliato additarlo come un mostro Tutti i genitori dovrebbero aiutarlo"

La psicologa e il clima di paura: l’isolamento svilupperà in lui ancora più rabbia

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Dottoressa Jole Scotto, il disappunto delle famiglie che vivono le difficoltà a scuola è totalmente comprensibile, ma quale tipo di trauma ha subito il bambino ritrovandosi solo a scuola?

"Questa punizione dura in lui può fungere da modello, provocare altra rabbia – risponde la psicologa clinica, esperta nel comportamento dell’età evolutiva –. A quell’età l’ambiente sociale è fondamentale e trovarsi additato come un mostro da bimbi e famiglie è qualcosa che spaventa. Nella classe ci sarà sicuramente un clima di paura e soggezione, ma bisogna superare l’ostacolo tutti insieme".

Cosa si nasconde dietro a comportamenti violenti e prevaricanti di questo genere?

"Un danno c’è ed è importante. I genitori sono in difficoltà, ma vanno supportati. Sono anche loro vittime del fallimento della situazione contestuale".

Come si può affrontare a livello famigliare un disagio così importante?

"Supportando, non punendo. Anche gli altri compagni imparano da come si comportano i genitori e la prossima volta risponderanno con la punizione".

Se fossero suoi pazienti, cosa consiglierebbe alle famiglie dei compagni di classe del bambino problematico?

"La guerra non serve, bisogna lavorare insieme tra famiglie, scuola e servizi. Il contesto ha fallito, bisogna guardare gli aspetti positivi per risolvere. Il lato che dà speranza e che gli adulti hanno un’occasione e delle responsabilità. Si tratta di un’occasione per fare bene, aiutando il bambino nella sua traiettoria evolutiva, anzinché etichettarlo come un mostro".

Alessandro Belardetti