Mercoledì 24 Aprile 2024

Saviano, parte il processo Verso il ritiro della denuncia

Prima udienza per le offese a Meloni che valuta ora di revocare la querela

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È durata una manciata di minuti la prima udienza del processo che vede imputato lo scrittore Roberto Saviano per l’accusa di diffamazione ai danni dell’attuale premier Giorgia Meloni. Una vicenda che risale al dicembre del 2020 quando l’autore di Gomorra, nel corso di una trasmissione televisiva in cui affrontava il tema dei migranti, definì la leader di Fratelli d’Italia "bastarda". Il passaggio della trasmissione "incriminato" è quello in cui Saviano, parlando della morte di un bambino della Guinea durante una traversata nel Mediterraneo, affermò: "Vi sarà tornato alla mente tutto il ciarpame detto sulle Ong: ’taxi del mare’, ’crociere’... Ma viene solo da dire bastardi. A Meloni, a Salvini, bastardi, come avete potuto? Come è stato possibile tutto questo dolore descriverlo così? Legittimo avere un’opinione politica ma non sull’emergenza".

Poco prima dell’udienza, che è stata aggiornata al prossimo 12 dicembre, il legale della Meloni, l’avvocato Luca Libra, ha però annunciato che con la sua assistita valuteranno un eventuale ritiro della querela che ha dato il via all’iter giudiziario. Di tutto altro avviso, invece, Matteo Salvini che oggi ha presentato, tramite il suo legale, una istanza per costituirsi parte civile.

Saviano, che in tribunale era "accompagnato", tra gli altri, dall’attrice Kasia Smutniak e dagli scrittori Sandro Veronesi, Michela Murgia, Nicola Lagioia nonché dal direttore de La Stampa, Massimo Giannini, lasciando la cittadella giudiziaria di piazzale Clodio ha commentato l’iniziativa di Salvini affermando di essere il "giornalista, personalità, individuo più processato da questo governo. Salvini lo avrò contro sia in questo processo sia nel processo l’anno prossimo per la frase ‘il ministro della malavità’".

Saviano ha inoltre letto alcune dichiarazioni che avrebbe voluto fare ieri in aula. "Ritengo singolare che uno scrittore sia processato per le parole che spende, per quanto dure esse siano. Ho fiducia che si possa finalmente esorcizzare la più subdola delle paure e cioè che avere un’opinione contraria alla maggioranza significhi avere un’opinione non legittima e che quindi avere un problema con la maggioranza di questo Governo significhi avere un problema con la giustizia. Ciò sarebbe gravissimo e confermerebbe un’ipotesi: che questa maggioranza politica intende condurci verso quell’orizzonte chiamato dai sociologi ‘

democratura’".

a. p.