Giovedì 18 Aprile 2024

Saviano contro il Viminale "Punisce solo Ong e feste"

Lo scrittore a Lucca Comics critica le scelte del governo: "Le priorità sono altre"

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di Teresa Scarcella

"La guerra alle Ong è solo un modo per distrarci dalle questioni reali". È il duro attacco che Roberto Saviano lancia dal palco di Lucca Comics & Games, nell’incontro moderato dalla direttrice del Qn (il Carlino, La Nazione, Il Giorno) Agnese Pini per la presentazione della sua ultima graphic novel. Lo scrittore, che aveva già mosso questa critica con un tweet, a Lucca si lascia andare a un’argomentazione più dura. "Cosa ha fatto il ministro dell’Interno come primo atto? – chiede al pubblico – È stato fermare le Ong e i rave party". Saviano fa riferimento alla direttiva ministeriale contro due navi nel Mediterraneo, la Ocean Viking e la Humanity 1, e al decreto legge che introduce "il reato di invasione di terreni o edifici allo scopo di organizzare raduni, di oltre 50 persone, pericolosi per l’ordine pubblico o la salute pubblica".

"Noi usciamo da una pandemia dove le organizzazioni criminali hanno comprato tutto, si sono arricchite – ha proseguito –. E il ministro di cosa parla? Delle ambulanze del mare, tra l’altro due giorni dopo che due bambini sono morti bruciati vivi su un barchino. Se si pensa che siano questi i problemi del nostro Paese perché non si fa in modo che l’Europa ne parli? Perché il governo non rivendica il diritto a non essere il solo a gestirle? Andrebbe più forte a Bruxelles, invece preferisce prendersela con Ong e migranti".

Ma non solo. A questo punto Saviano affronta una tematica che lo tocca da vicino, insieme a tanti altri intellettuali: le conseguenze del dissenso. "Chi si schiera in difesa di Ong e migranti viene massacrato, sul piano personale, non sulle idee. Perché le Ong sono un passe-partout per la politica? Perché distraggono, ci fanno litigare mentre i problemi veri non vengono risolti. Li sentite parlare di temi vacui, inutili, atti a spaventare, a impedire che l’attenzione vada sulle questioni reali. E alcuni intellettuali diventano strumenti per spostare l’attenzione, per questo vengono presi di mira, minacciati. C’è chi finisce per tacere, ormai stanco, e chi invece va avanti, ma pagando un prezzo altissimo. Ecco perché la libertà del dissenso va misurata su quanto quel dissenso lo paghi. È lì che conosci il prezzo della libertà. E non lasciare sole le persone che prendono posizione è l’unico modo che si ha per resistere".

Come promette di resistere lui alle continue udienze e querele derivanti dalle sue parole. "Meloni, Salvini e Sangiuliano mi hanno portato a processo per critiche feroci di cui io mi prendo tutte le responsabilità – chiosa lo scrittore – perché difenderò sempre il mio diritto di muovere queste critiche. E a prescindere dall’esito io andrò avanti per la mia strada".