Ragazza bruciata viva, Crepet: "Mai andare a ultimo appuntamento"

Lo psichiatra: "Chi si sente dire 'no' non capisce più niente e vuole uccidere chi ha osato tanto"

Sara Di Pietrantonio e l'ex fidanzato Vincenzo Paduano (Ansa)

Sara Di Pietrantonio e l'ex fidanzato Vincenzo Paduano (Ansa)

Roma, 30 maggio 2016 - "Ragazze, mai, mai, andare all'ultimo appuntamento. Mai cedere, dopo la rottura di una storia soprattutto se la persona l'ha presa male, ha già alzato la voce o le mani, e andare all'incontro per farsi ridare gli effetti personali. Chi se ne importa delle scarpe, dei vestiti, delle catenine, delle foto... Si può sostituire tutto. E se proprio è necessario, andateci in gruppo". E' il consiglio di Paolo Crepet, psichiatra e scrittore, alla luce dell'ultimo caso di femminicidio costato la vita alla 22enne romana Sara Di Pietrantonio, bruciata viva dall'ex che non aveva accettato la fine della loro relazione.

"Abbiamo tante responsabilità - spiega l'esperto - e questo è l'effetto perverso, pensando all'età anagrafica del ragazzo, di 25 anni di consensi per tutto, di 25 anni di poverino, tesoro ecc, per poi arrivare agli ultimi due dove ci sono stati dei 'no'. Dei 'no' che sono diventati frustrazione. Ne ho visti tantissimi di casi del genere, dove ha imperato un modus educandi sbagliatissimo e fuorviante, dove durante l'infanzia e l'adolescenza, non c'è stato un 'no' che ti ha insegnato a crescere, a saper accettare la sconfitta. Si arriva al 'no' senza anticorpi. E' come una patologia che si affronta senza difese immunitarie. Chi si sente dire 'no' non capisce più niente e vuole uccidere chi ha osato tanto".  Crepet fa anche un'altra riflessione: "e la faccio proprio da psichiatra: attenzione all'ambiente che frequenta l'altra metà. Se uno frequenta giri dove si usano ad esempio le armi, anche per sport, beh... un po' di attenzione in più ce la metterei perché potrebbe esserci contiguità fra quel tipo di cultura e l'atteggiamento che poi si ha nella vita. Molti casi di femminicidio sono maturati in questi contesti". 

Secondo lo psichiatra poi, "oggi nell'amore non c'è leggerezza. Oggi si assiste spesso a storie secolari fra ragazzi che dovrebbero vivere con molta più serenità e meno pesantezza l'amore. Ai mie tempi le storie non duravano così a lungo". E da padre dice: "Per favore, ragazze, vi scongiuro: aprite gli occhi. Basta con la storia della crocerossina che salva il mondo. Lasciate perdere. Indipendentemente da questo poi, bisogna che una ragazza - quando è in situazioni difficili e ha capito che lui non è certo un 'uomo da biblioteca' visto che magari ha già alzato la voce e ha detto che cose era meglio non avesse mai detto - molli subito. Ragazze - esorta l'esperto - l'ingenuità è un peccato mortale in questi casi. A questi segnali bisogna rispondere agendo come si ci fossero state forti minacce. Fatevi accompagnare se vi sentite in pericolo, l'amica non accompagnatela a casa voi, datele la macchina. Fatevi accompagnare e la macchina ve la riprendete domani".

Cosa dire alle madri dei figli maschi? Ai genitori in generale? "Cresceteli insegnando loro che la violenza è una cosa stupida. Inutile. Devono sapersi difendere e' chiaro ma da altro. Insegnategli a mettere una pietra sopra alle storie che finiscono, insegnate in generale ai figli, maschi e femmine, a saper perdere. La violenza e' l'arma degli impotenti. Questo ragazzo che ha ucciso, è un impotente, non sessualmente si intende, ma un impotente davanti alle avversita' della vita. Un impotente - ha concluso - perché non è riuscito a metterci una pietra sopra. Non e' riuscito a perdere".