Mercoledì 24 Aprile 2024

Sarà corretto politicamente Ma che noia

Massimo

Donelli

Anzi, del Festival del Politicamente corretto, l’ideologia di durezza talebana e lessico ipocrita, importata dagli Stati Uniti, in base a cui, per dire, le vallette che fanno le vallette non si chiamano più vallette ma co-conduttrici.

Chi l’ha stabilito? Il conduttore. Ovvero Amedeo Umberto Rita Sebastiani, 59 anni, in arte Amadeus. Bersaglio di insulti nel 2020 per aver definito Francesca Sofia Novello, compagna di Valentino Rossi, una donna che ha "la capacità di stare vicino a un grande uomo stando un passo indietro", Amadeus quest’anno ha deciso, appunto, di blindarsi nel fortino rassicurante del Politicamente corretto. Di diventare, cioè, inattaccabile. Tanto, al Politicamente NON corretto penserà il super-ospite Checco Zalone. Cui, come al giullare di corte, tutto è e sarà concesso.

Quindi, dopo aver imposto a Carlo Conti in Tale e Quale Show cantanti di colore per imitare cantanti di colore, ora la Rai fa un altro inchino a Hollywood, anticipando il mostruoso regolamento che regolerà gli Oscar dal 2024. Fra due anni potranno candidarsi solo film con uno dei protagonisti o dei co-protagonisti appartenente a minoranze razziali; oppure con almeno il 30% di persone del cast provenienti da categorie sottorappresentate (donne, lesbiche, gay, bisessuali, transgender e queer), etnie minoritarie, disabili. Con tanti saluti, ovviamente, alla libera espressione artistica.

È questa la china sulla quale vogliamo far scivolare la tv pubblica e, con essa, la pubblica opinione?

È la lottizzazione etno-sessuale la strada che porta verso una società senza discriminazioni? E il senso del ridicolo dov’è finito? Non resta che affidarsi alla linguaccia di Luciana Littizzetto: "Adesso, per essere politically correct, le donne piatte si chiameranno ‘portatrici sane di capezzoli’". Paradossale. Ma se andiamo avanti così…