Martedì 23 Aprile 2024

Sara aggredita dall'ex fidanzato una settimana prima del delitto

L'interrogatorio di Vincenzo Paduano: "Faccio uso di cannabis, non ricordo cosa è successo. Sono un mostro". L'ordinanza del gip: il possesso di alcol non giustifica la premeditazione

Sara Di Pietrantonio e Vincenzo Paduano

Sara Di Pietrantonio e Vincenzo Paduano

Roma, 3 giugno 2016 – “Innanzitutto contesto che si sia trattato di un gesto premeditato”. Vincenzo Paduano ha cominciato così l'interrogatorio reso al gip Paola Della Monica, dopo il fermo per l'omicidio di Sara Di Pietratonio, la ragazza di 22 anni trovata morta, semicarbonizzata, a Roma all'alba di domenica scorsa. Oggi si apprende che Paduano, ex fidanzato di Sara, l'avrebbe aggredita una settima prima del delitto.

PADUANO: NESSUNA PREMEDITAZIONE - “Faccio uso di cannabis. Non mi è chiaro quanto accaduto”, dice Paduano durante l'interrogatorio. A proposito dell'omicidio: “Non saprei ricostruire perfettamente la scena, ho dato una versione nei giorni scorsi, probabilmente ne darò altre”. L'indagato spiega: “Mi sono state proposte delle ipotesi su come potrebbe essere andata la vicenda, io ne ho in mente varie, non so quale sia quella vera”. Paduano ha però la certezza che il suo gesto non sia stato premeditato “perché mai avrei voluto farle del male”.

Il gip, nell'ordinanza di custodia cautelare, conclude che il solo possesso di alcol “non si ritiene possa dimostrare la sussistenza dell'aggravante” di premeditazione a carico di Paduano. Il vigilante deve restare in carcere perché ha riferito al gip “circostanze false” sulla morte di Sara e perché, “sia nell'ipotesi che abbia mentito e sia che abbia effettivamente attivato un processo di rimozione”, risulta essere una “persona totalmente inaffidabile”. Per il gip il 27enne “potrebbe darsi alla fuga”.

VIDEO - Le immagini delle telecamere di sorveglianza

L'INTERROGATORIO – Nell'ordinanza vengono riportati diversi stralci del confuso interrogatorio di Paduano la sera del fermo. “Io non ho aggredito Sara – dice il vigilante agli inquirenti - , lei è scappata dalla macchina perché avevo già aperto la bottiglietta di alcol e l'avevo versata in macchina. Io le sono corso dietro. Non ho usato l'accendino. Non l'ho fatto apposta. Non era mia intenzione. Abbiamo litigato. Non ho capito niente, volevo spaventarla. Sono un mostro, L'ho fermata, abbiamo continuato a discutere... Ho perso la testa e basta”. E aggiunge: “Avrei preferito esserci io al suo posto. La macchina era già accesa, gli davo fuoco io con l'accendino. Avevo versato tutto l'alcool in macchina ma Sara si era sporcata. Non ho colpito Sara. Sono scappato, mi vergognavo. Ho acceso una sigaretta, eravamo vicini, stavamo continuando a discutere, c'è stata una fiammata. Me ne sono andato. Mi vergognavo”.

Poi spiega: “La bottiglietta di alcol me l'ero procurata per fare danno a cose, non persone, nella specie la macchina di Alessandro (il nuovo fidanzato di Sara, ndr)". Non era la prima volta che Paduano si recava sotto l'abitazione del nuovo fidanzato della vittima. “Parlando con amici e colleghi – dice Paduano al gip - qualcuno mi ha detto 'io farei questo', cioè darei fuoco alla macchina del nuovo fidanzato... e l'idea mi aveva colpito tanto da procurarmi l'occorrente”. Il vigilante racconta di aver cercato la vittima “più o meno una volta alla settimana” nell'ultimo mese. “Io avevo bisogno di vederla o sentirla... con lei ho condiviso gli ultimi due anni".

IL GIP – Secondo il giudice per le indagini preliminari non ci sono dubbi sul fatto che Paduano abbia utilizzato “sostanza infiammabile” per dare fuoco alla macchina di Sara. Allo stesso modo le fiamme che hanno avvolto il corpo della ragazza “certamente” sono state innescate volontariamente. “Peraltro – scrive il gip - è certo che quando il corpo ha preso fuoco, Paduano si è allontanato senza prestare soccorso alla vittima e senza, dunque, neppure tentare di spegnere le fiamme; anzi, il rinvenimento vicino al corpo della ragazza di uno stivale non calzato induce a ritenere che ella abbia tentato, ma solo per un attimo tale deve essere stata la rapidità della combustione, di liberarsi degli indumenti da sola”.

LA FUGA - “Vincenzo Paduano – scrive ancora il gip - si è allontanato dal luogo in cui sono avvenuti i fatti e ha creato le condizioni per impedire che si potesse risalire alla sua presenza”. Per il giudice il vigilante avrebbe lasciato il suo cellulare in ufficio “al fine evidente di non essere 'tracciabile'”. Quindi “lucidamente”, avrebbe “creato un'apparenza di normalità” rientrando in ufficio e salutando il collega. Per il gip è rilevante che Paduano “non abbia avuto neppure un attimo di ripensamento sia quando ha lasciato il corpo, in fiamme, della ragazza, sia in seguito”.

L'AGGRESSIONE  – Sempre nell'ordinanza, si spiega che una settimana prima di morire, la vittima aveva avuto un acceso diverbio con Paduano che l'aveva strattonata e spaventata. Episodio che, stando a quanto scrive il gip, sarebbe stato raccontato dallo stesso vigilante. “Egli – scrive il giudice -, non ricevendo risposta da Sara ai suoi messaggi, l'aveva raggiunta trovandola in compagnia” del nuovo fidanzato della vittima “e, con forza (strattonandola per un braccio) l'aveva costretta a parlare con lui, fatto che, come dichiaratogli dalla stessa Sara, le aveva generato uno stato di agitazione”.

SARA: “VINCENZO BRAVA PERSONA” - “Vincenzo è una brava persona, sta soffrendo”, avrebbe detto Sara alla madre Tina, qualche ora prima di morire parlando dell'ex fidanzato. La madre, avrebbe raccontato lei stessa agli inquirenti, si complimentò con la figlia per “la pazienza e la maturità dimostrata nell'affrontarlo”.