Sanzioni inutili La Russia non ci teme

Cesare

De Carlo

Quelle sanzioni investiranno i commerci con le due regioni ucraine secessioniste. Pressoché nulli. Il gasdotto Nord Stream 2 non avrà la ‘’certificazione’’ tedesca. Politici, oligarchi, banchieri non potranno viaggiare. Pazienza. La finale della Champions League forse non si svolgerà a San Pietroburgo. C’è sempre la tv. Di Maio dice in Parlamento che le sanzioni devono "fungere da deterrente contro ulteriori azioni militari...". Quali? L’occupazione integrale dell’Ucraina? Putin non ne ha bisogno. A Kiev anche senza carri armati mira a imporre un suo presidente e avere la sicurezza che la Nato, dopo averlo accerchiato, non si prenderà anche questa regione che per storia, etnia, lingua, è russa almeno a metà. La grande maggioranza dei russi è con lui.

E i Paesi Baltici? Probabile riassistere all’applicazione del metodo Putin. Come in Crimea e in Ucraina. Referendum, secessione, annessione, occupazione. Del resto non l’ha inventato lui. Ricordate il Kosovo (1998)? Secessione dalla Serbia, proclamazione dell’indipendenza, la Nato bombarda Belgrado e entra in Kosovo. Il tutto in nome dell’articolo 1 della carta dell’Onu (diritto all’autodeterminazione). Ma anche il Donbass lo rivendica. Faranno da deterrente gli 800 soldati americani, ripeto 800, prossimi a trasferirsi sul Baltico dall’Italia? Improbabile. La debolezza o la percezione della debolezza minano la temibilità dell’avversario. Questa è realpolitk. Putin ha negli occhi la fuga notturna di Biden dall’Afghanistan. E vede gli europei in un vicolo cieco. Senza il suo 40 per cento di gas naturale le loro economie rimarrebbero paralizzate dopo essere scampate al virus cinese. Non seguiranno Biden. E a proposito della Cina, la sua Ucraina si chiama Taiwan. ([email protected])