Venerdì 19 Aprile 2024

Sanzioni, alla fine la Ue si compatta E la Nato blinda il fronte orientale

Il Consiglio europeo sceglie la linea dura. L’alleanza mostra i muscoli e invita Svezia e Finlandia al vertice

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di Ettore Maria Colombo

Il Consiglio europeo di Bruxelles dell’altra notte è stato difficile, lungo, sofferto, ma si è tramutato nella scelta di colpire la Russia nella maniera più forte possibile, con sanzioni "massicce". Cinque le aree interessate e già anticipate, la notte di giovedì, dalla presidente della Commissione von der Leyen, per ottenere il "massimo impatto sull’economia russa e sulla sua élite politica": si tratta di settore finanziario, energetico, trasporti, controlli sulle esportazioni, divieto di finanziamento delle esportazioni, politica dei visti. I ministri degli Esteri dei 27 si sono ritrovati ieri a Bruxelles e dopo alcuni giorni di sostanziali divisioni sulle strategie da adottare (c’era chi spingeva per sanzioni più drastiche, chi meno) individuano una linea comune. Luigi Di Maio e i suoi colleghi, secondo le parole dell’Alto rappresentante Ue Josep Borrell, hanno "adottato misure di una portata senza precedenti". Ma i ministri europei stanno già lavorando a un terzo pacchetto di sanzioni Ue contro la Russia spiega Borrell "nelle prossime ore o giorni".

Saranno colpiti dalla Ue ma anche dalla Gran Bretagna pure Vladimir Putin e il ministro degli Esteri Serghiej Lavrov nei loro beni personali. Per il momento si è deciso di non ricorrere (anche se se ne è parlato molto) a quella che viene definita “l’arma atomica“, cioè l’estromissione della Russia dal sistema di pagamenti internazionale "Swift". Una misura che potrebbe essere riservata al terzo pacchetto. In serata, ieri, fonti di Palazzo Chigi precisavano lo Swift è "allo studio", senza però che sia alle viste una qualche decisione concreta, anche per le divisioni nella maggioranza.

Salvini per esempio non ci sta e chiede all’Italia di fermarsi: "Se interveniamo sullo Swift ci diamo martellate sulle ginocchia". Per quanto riguarda sempre le sanzioni, quelle in arrivo dagli Usa, saranno pesantissime e arriveranno oggi con Biden si appresta a chiedere al Congresso un pacchetto di spesa di 10 miliardi di dollari come risposta militare (truppe) finanziaria (sanzioni) e civile (rifugiati) Usa all’invasione della Russia. Anche la Nato non ci sta. Nel riunire il vertice del leader dei Paesi aderenti invita anche due stati finora neutrali, Svezia e Finlandia, che la Russia non vuole entrino nella Nato e dà così uno schiaffo al Cremlino.

Il segretario generale dell’Alleanza, il norvegese Jens Stoltenberg, non usa mezzi termini: "La decisione presa da Putin di attaccare l’Ucraina è un terribile errore strategico che costerà caro alla Russia nei prossimi anni sia in termini economici che politici".

Stoltenberg ha spiegato che la forza di reazione rapida è pronta a essere dispiegata dove necessario. Migliaia di uomini sono stati già riposizionati per rafforzare il fianco Est dell’Alleanza, in particolare nei Paesi baltici e in Polonia. Oltre 100 aerei sono in stato di allerta e 120 unità navali sono mobilitate e già pronte. Intanto il Consiglio d’Europa ha deciso di sospendere la partecipazione di Mosca ai principali organismi dell’organizzazione paneuropea, annuncia il ministro Di Maio.

Di sanzioni ha parlato anche il nostro premier, parlando ieri mattina al Parlamento. La priorità è l’unità del fronte europeo e atlantico: "Le immagini a cui assistiamo sono terribili e ci riportano ai giorni più bui della storia europea". Draghi rivendica quanto fatto dal Consiglio Ue: "Siamo pronti a misure ancora più dure se queste non dovessero dimostrarsi sufficienti" annuncia, ma invita a "considerare con grande attenzione" l’impatto delle sanzioni sulla nostra economia. La maggiore preoccupazione riguarda il settore energetico. Per affrontare la crisi Draghi reputa "essenziale l’appoggio del Parlamento di maggioranza e dell’opposizione", appoggio che, almeno ieri, arriva davvero da tutti i partiti.