
Daniela Santanchè, 64 anni, ministra del Turismo
Vanno riscritte le incolpazioni con cui la Procura di Milano contesta a Daniela Santanchè e ai suoi coimputati il reato di false comunicazioni sociali. E va modificata anche l’accusa mossa a Visibilia Srl, l’unica società del gruppo editoriale che è al processo per carenze dei modelli organizzativi. Per questo si è aperto ed è subito stato rinviato al 13 maggio il processo in cui la ministra del Turismo con altre 16 persone, tra cui il compagno Dimitri Kunz, l’ex compagno Giovanni Canio Mazzaro, la sorella Fiorella Garnero e la nipote Silvia Garnero, si ritrova in un’aula di giustizia per falso in bilancio. Il presidente del collegio della seconda sezione penale del Tribunale Giuseppe Cernuto, ha così invitato i pm Marina Gravina e Luigi Luzi a "riorganizzare" il capo di imputazione. Si è richiamato a una sentenza della Cassazione dell’anno scorso nella quale, in caso di "genericità" o "indeterminatezza" delle imputazioni, è opportuno sollecitare il pm ad effettuare integrazioni o precisazioni. E questo per economia processuale, ossia per evitare una dichiarazione di nullità e il ritorno del procedimento alla fase della chiusura delle indagini. Nel porre il problema Cernuto ha spiegato che le contestazioni non è che non siano comprensibili (quindi non è stato leso il diritto di difesa) ma vanno meglio precisate: "Sarà tutto più noioso da leggere", ha detto, ma è necessario "specificare le accuse di falso in bilancio per ogni annualità (vanno dal 2019 al 2023) e per ciascuna posizione (chi ha fatto cosa). In più, va indicato quale sia precisamente la colpa di organizzazione, ovvero quali siano le carenze contestate in merito all’adozione dei modelli organizzativi da parte di Visibila in liquidazione srl". A ciò si aggiunge la richiesta di depositare i bilanci che sarebbero stati falsificati nel fascicolo dibattimentale che al momento è "vuoto". Per farlo i pm avranno tempo un mese, dopo di che il processo dovrebbe cominciare con le costituzioni delle parti civili e con le eccezioni, come quella già posta oggi dagli avvocati Antonella Augimeri e Paolo Simonetti per i quali va annullato il decreto che dispone il giudizio. Ma la richiesta del Tribunale non è l’unica novità. Giuseppe Zeno, il "grande accusatore" della senatrice di FdI che guida la cordata dei piccoli azionisti, con un nuovo esposto chiede alla magistratura milanese – che a breve aprirà un fascicolo conoscitivo – di far luce su una operazione ancora una volta "poco trasparente".