Mercoledì 24 Aprile 2024

Sanremo val bene i figuranti

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Alessandro

Milan

Ogni anno mi tocca far fronte alla domanda fatta con tono sbigottito e accompagnata da un sentore di puzza al naso: "Ma perché, tu guardi Sanremo?!" Certo, e non capisco cosa ci sia di male. Sia ben chiaro, lo seguo come va fatto: un occhio alla tv, uno al cellulare per commentare sui social la canzonetta o la gaffe di turno, e un dito sul telecomando per scanalare nei momenti di noia. Per cui, per favore, lasciateci almeno Sanremo, che già i tempi sono duri. A due condizioni, però: primo, che non vengano fatte eccezioni di pubblico all’Ariston. Vanno bene i figuranti, come per altri eventi, ma niente deroghe altrimenti ha ragione chi nel mondo dello spettacolo dice: "Se vale per Sanremo, allora aprano anche cinema e teatri".

La seconda condizione è che si eviti la solita quintalata di retorica. Bando agli slogan stile ‘perché Sanremo è Sanremo’, evitiamo di dipingere il Festival come emblema dell’Italia che risorge. Già lo scorso anno, a marzo, abbiamo dato abbondantemente con il canto dai balconi e l’andràtuttobene.

Rispettate queste due condizioni, evitiamo di mortificarci e godiamoci il Festival, con le consuete polemiche, le melodie da canticchiare o da dimenticare e lo share da regime bulgaro. Piuttosto, se proprio c’è da dire un no, lo si dica forte e chiaro alla presenza di Ibrahimovic. Io, milanista, lo vorrei con testa, gambe e cuore Milanello, e non a fianco dell’interista Amadeus, che le sta provando tutte pur di metterci in difficoltà.