Martedì 23 Aprile 2024

Sanità calabrese, un altro pasticcio Il veto di Strada: "Niente tandem"

Il fondatore di Emergency doveva essere consulente del nuovo dirigente Eugenio Gaudio. Sembrava fatta, ma in serata il medico ha frenato. E ha messo in imbarazzo Palazzo Chigi

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di Elena G.Polidori

Dopo la figuraccia, le dimissioni. E dopo quelle, forse plurime, un pasticcio di portata ancora da definire. La partita Calabria-Gino Strada è tutta da giocare, nonostante il lieto fine sembrasse dietro l’angolo. Ma andiamo con ordine. Giuseppe Zuccatelli, terzo commissario alla Sanità per la Calabria nel giro di due settimane, ieri si è dimesso su richiesta diretta del ministro della Salute, Roberto Speranza. Il governo ha scelto l’ex rettore dell’università ’La Sapienza’, Eugenio Gaudio. Obiettivo: risanare il comparto e affrontare l’emergenza Coronavirus. Secondo quanto riferiscono fonti di Palazzo Chigi, Gino Strada – in un primo o momento – si sarebbe detto disponibile a far parte della sua squadra anche con una "delega speciale".

Poi, però, qualcosa ha fatto capire che gli accordi non erano stati presi in modo così chiaro. Perché Strada, sul far della sera, ha inchiodato l’intesa. "Piena disponibilità" nei confronti del governo per risolvere la questione Calabria, ma "il tandem con Gaudio non esiste". E se proprio il governo vuole avere a che fare con Emergency e il suo fondatore, almeno lo faccia sulla base di "progetti concreti". Che, evidentemente, ancora non ci sono. Palazzo Chigi ha cercato di chiarire: nelle intenzioni di Conte, sarebbe stato un successivo incontro tra Strada e il neo commissario Gaudio "a formalizzare il ruolo del fondatore di Emergency". Ma Strada pare voglia fare da solo, senza nessuno che gli dica come muoversi e cosa fare, cosa fin troppo scontata per chi conosce il personaggio.

Ora, però, il pasticcio è tutto da risolvere. L’ennesimo, si direbbe, sul fronte calabro, dove il neo dimesso Zuccatelli, poche ore prima dell’ennesimo caos, lasciava levandosi il cappello: "Con la stessa rapidità con cui ho accettato - ecco le sue parole - mi dimetto su richiesta del ministro Speranza". A scaricarlo erano stati, con la rapidità di un fulmine, non solo i 5Stelle, ma anche Matteo Renzi e Leu, partito per il quale Zuccatelli si candidò nel 2018. Gaudio, medico cosentino, dallo scorso aprile è consulente del ministro dell’Università, Gaetano Manfredi, ma su di lui - è emerso immediatamente dopo l’investitura governativa - pesa ancora un’accusa di turbativa d’asta (sebbene pare in via d’archiviazione), in un’inchiesta, a Catania, sull’università.

Una questione di non poco conto che, secondo fonti vicine alla maggioranza di governo, potrebbero indurre Gaudio al passo indietro, lasciando spazio a Strada. Che – ed è anche questo uno degli inneschi del pasticcio – qualcuno avrebbe invece voluto comunque "sotto tutela", conoscendo l’autonomia con cui il professore è abituato a gestire gli incarichi. E Gaudio, d’altra parte, ha ricevuto subito uno stop importante, quello del presidente della commissione Antimafia, Nicola Morra (M5s), sponsor della prima ora di Strada. Insomma, una toppa peggiore del buco.