Martedì 23 Aprile 2024

Sanitari aggrediti, Consulcesi: "Tanti casi, ma troppi non denunciati"

Dai chirurghi alle ostretiche, ormai il fenomeno appare ormai esteso a tutti i tipi di lavoro sanitario

Medici

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Roma, 2 gennaio 2020 - Sono migliaia, ogni anno, gli operatori sanitari che vengono aggrediti verbalmente o fisicamente da pazienti o dai loro familiari, un fenomeno eclatante che non ha numeri precisi perché "buona parte dei medici, come ci rivelano le oltre 200 segnalazioni del 'telefono rosso' da inizio anno, non denunciano, per vergogna, rassegnazione o timore di ulteriori soprusi. Il fenomeno appare ormai esteso a tutti i tipi di lavoro sanitario e non sembra riconoscere significative differenze di ruolo, tanto che vengono aggrediti lavoratori di diverse categorie lavorative, dalle ostetriche ai chirurghi", commenta Massimo Tortorella, presidente Consulcesi, realtà di riferimento legale per oltre 100mila medici e operatori sanitari che ha attivato da oltre un anno il telefono rosso, un servizio gratuito di tutela legale e supporto psicologico.

Le aggressioni sono un problema importante per le ricadute soprattutto psicologiche che possono avere sugli operatori (burn-out) e sui pazienti (compromissione delle relazioni terapeutiche). Il miglior antidoto per stemperare le tensioni e recuperare il rapporto fiduciario tra medico e paziente, è senza dubbio un solido percorso formativo. "Il 10% dei nostri corsi di formazione rivolta ai medici - dice Tortorella - è dedicato al miglioramento del rapporto medico paziente attraverso l'acquisizione di strumenti di comunicazione efficace per superare conflitti e criticità che possono generarsi dalla pratica della professione medico sanitaria".  

Consulcesi ha lanciato 11 mesi fa una petizione su Change.org per dire basta all'odio tra medico e paziente e promuovere la creazione del Tribunale della Salute: un vero e proprio luogo di confronto, e non di contrapposizione, tra medici e pazienti. Ad oggi hanno già firmato 21.140 persone.