Sangue No vax al figlio, il giudice dice no

Modena, bimbo cardiopatico in attesa di intervento: accolto il ricorso dell’ospedale di Bologna partito dopo la richiesta dei genitori

Migration

di Francesco Vecchi

Sangue vax o No vax? Una distinzione non sostenibile. Il bambino riceverà una trasfusione la cui sicurezza è garantita, poiché proviene dal centro regionale specializzato e non c’è altro da aggiungere. Un giudice tutelare a Modena ha respinto in questi termini la richiesta di genitori che chiedevano all’ospedale Sant’Orsola di Bologna di sottoporre il figlio minore a trasfusioni di sangue donato esclusivamente da persone non vaccinate, necessitando il piccolo di un intervento per una cardiopatia.

Il ricorso del Policlinico bolognese è stato infatti accolto, inoltre il decreto del giudice dice anche un’altra cosa particolarmente rilevante: qualora i genitori dovessero arrivare addirittura a opporsi all’operazione (cosa fin qui mai accaduta), allora il direttore generale dell’azienda ospedaliera, Chiara Gibertoni, potrà firmare il consenso informato che permette l’intervento, dato che è stato nominato curatore speciale del bambino in previsione di un’operazione ritenuta necessaria. Esploso sulle chat di Telegram, dove si stavano raccogliendo i nomi di potenziali donatori contrari alla puntura anti-Covid, il caso modenese è finora un unicum. L’avvocato che rappresenta la famiglia del bambino, Ugo Bertaglia, ieri ha voluto smarcarsi da posizioni negazioniste: "I genitori hanno semplicemente chiesto che la trasfusione soddisfi le scelte religiose che connotano la storia familiare ed obbedisca ai criteri prudenziali che la patologia del bambino consiglia".

La mancata immunizzazione del donatore viene richiesta, aggiunge il legale, "non perché si tema che il vaccino possa trascorrere nel sangue del bambino, attraverso quello del donatore inoculato, bensì poiché non è escluso, dalla sperimentazione ancora in atto, anzi vi sono evidenze in tal senso in corso di accertamento, che questo possa contenere e trasmettere frammenti di proteina Spike, rinvenuti anche fino a 187 giorni dalla somministrazione, che potrebbero essere nocivi". Una posizione apertamente contestata dal presidente dell’Avis Gianpietro Briola che ieri su Facebook ha annunciato denunce all’autorità giudiziaria: "Non esistono evidenze scientifiche secondo cui il sangue dei donatori vaccinati contro il Covid non sia sicuro ed affidabile. Le notizie arrivate da Bologna – le parole di Briola – rappresentano il triste epilogo della disinformazione e del pregiudizio". Ancora più netto Giuseppe di Mauro, presidente della società italiana di pediatria preventiva e sociale: "Siamo di fronte a due genitori scellerati, che antepongono il loro ideale alla salute del proprio figlio e che stanno giocando con la salute del proprio bambino. Si tratta di una decisione fuori dal mondo. In questi casi è giusto che siano intervenute le autorità giudiziarie".

La procura dei minori di Bologna nel mentre si è attivata con il tribunale minorile chiedendo di valutare un’eventuale limitazione delle responsabilità genitoriale.