Sandali ai piedi, allarme in ritardo Bimbo ritrovato: ecco i punti oscuri

Firenze, la procura apre un fascicolo sulla vicenda. Il racconto dei genitori scandagliato dagli inquirenti

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dall’inviato

Stefano Brogioni

(Fi)

Due notti e tanta paura dopo, il piccolo Nicola, scomparso da 33 ore, si è fatto sentire dal fondo di una scarpata. Lì, dove le squadre non avevano battuto, si è soffermato l’intuito dell’inviato Rai de ’La vita in diretta’ Giuseppe Di Tommaso. Per caso, certo, ma il destino si sa che ci mette sempre del suo. Provvidenziale, stavolta. Come decisivo è stato il passaggio della gazzella dei carabinieri di Scarperia, una delle tante stazioni del Mugello chiamate sulla vetta della vallata per partecipare alle ricerche che da martedì mattina, dopo un allarme tardivo dei Tanturli, avevano setacciato ogni angolo di Campanara, nella frontiera toscoromagnola di Palazzuolo sul Senio, alla ricerca di un frugoletto di 21 mesi dagli occhi vispi.

Tanto vispi da sopravvivere al sole cocente di questo giugno, al freddo di una notte senza un tetto in camiciolina, ai morsi della fame e della sete. O semplicemente, alla mancanza di mamma Giuseppina e babbo Leonardo, i primi ad abbracciarlo dopo che il luogotenente Danilo Ciccarelli l’ha tirato fuori dal dirupo, distante tre chilometri dal casale dove i Tanturli allevano le api, gli animali e due figli, di quattro anni il più grande. La lettura del miracolo di Campanara sta nei canoni non ordinari di chi ha deciso di vivere una vita da "squatter rurale", dove la natura domina il quotidiano. Ma pur senza guastare la gioia di una comunità intera, qualche punto ancora da chiarire c’è. E la procura di Firenze ha aperto un fascicolo per scandagliare ogni aspetto della scomparsa e del ritrovamento, mentre quella dei minori monitora. Al momento, il racconto dei genitori è la versione ritenuta più verosimile anche dagli inquirenti. E cioè che Nicola, mentre i genitori erano fuori di casa, dopo cena, si sarebbe alzato dal letto e sarebbe uscito. Perdendosi nel buio.

SANDALI E MAGLIETTINA

Ma anche quello che può sembrare strano, insolito, sotto sotto ha una sua spiegazione, almeno qui. Pure i sandali, ai piedi di gambette nude, prive di mutandine – così è stato trovato Nicola –, si coniugano con la forma dell’abitudine di metterlo a letto. Grazie alla sua precoce autonomia, sarebbe stato capace – secondo il racconto fornito dai genitori – anche di allacciarsi da solo le scarpine con lo strappo ma non si può escludere che si sia addormentato, e quindi svegliato, direttamente con quelle ai piedi.

LA PORTA

Ma com’è ha fatto, il piccino, ad aprire la maniglia della porta di casa per uscire? Forse era aperta, ma il padre, rispondendo alle domande dei cronisti, assicura che invece era chiusa, anche se non a chiave. Nicola sarebbe arrivato ad aprirla, circostanza che potrebbe essere verificata, forse proprio per raggiungere i genitori che, stando al loro racconto, erano usciti dopo averlo messo a letto per andare a governare gli animali.

IL RITARDO

NEL CHIEDERE AIUTO

A mezzanotte di lunedì sera, al casolare di Campanara, era già massima allerta. Leonardo e Giuseppina cercavano freneticamenete il bambino. Avevano chiesto aiuto ai vicini, una famiglia di origini tedesche, e agli amici del villaggio ecologico. Pensavano di riuscire a far da sè, ma quando, con il passare dell’ore, Nicola non si trovava, si sono rivolti ai soccorsi ufficiali.

LE RICERCHE VANE

Il bambino è stato trovato ieri poco dopo le 9 a circa tre chilometri dall’abitazione e dal campo base allestito per il coordinamento della maxi battuta che ha visto impegnati, oltre ai carabinieri, ai vigili del fuoco e alla Protezione civile, anche tanti volontari del paese. Il punto esatto è in prossimità della strada che conduce a Quadalto, il primo borgo abitato che Nicola avrebbe incontrato se avesse continuato il cammino. La distanza percorsa è effettivamente tanta per il passo di un bimbo della sua età, anche se ruspante e abituato alla vita all’aria aperta.

IL CAMMINO

Probabilmente Nicola è arrivato lì a tappe. L’impressione avuta dal carabiniere che lo ha tirato fuori dalla scarpata è che non abbia dormito lì, perché l’erba non era schiacciata e non c’era niente che assomigliasse a una ’nicchia’. I suoi presunti spostamenti avrebbero complicato anche le ricerche di martedì, trasformando il rastrellamento in un’involontaria caccia al piccolo uomo. Al momento del ritrovamento le condizioni sono apparse sorprendentemente buone: solo alcune escoriazioni visibili, compatibili col cammino tra arbusti e sterpaglie, e qualche bernoccolo. Al pediatrico Meyer, dove ha passato la scorsa notte accanto alla mamma, ha subito mangiato di gusto.