Samuele, a 25 anni ha già sei lauree. "Ma non chiamatemi secchione"

Da un paesino della Sardegna al Sant’Anna di Pisa: "Non sono speciale, ma un giovane come tanti altri. Il mio sogno è diventare chirurgo addominale. Il segreto? Organizzazione, concentrazione e motivazione"

Samuele Cannas, 25 anni, originario di Elmas in Sardegna

Samuele Cannas, 25 anni, originario di Elmas in Sardegna

"Mi considero un 25enne come tutti gli altri. Le sei lauree? È solo merito della mia capacità di organizzare bene lo studio". Samuele Cannas, 25 anni, originario di Elmas, piccolo centro della Sardegna profonda, in provincia di Cagliari, quasi si schermisce e soprattutto non ci sta a passare da secchione. Ma il conto è presto fatto: dopo la laurea in medicina e chirurgia, le lauree in biotecnologie e ingegneria biomedica, la magistrale in biotecnologie e la laurea in pianoforte al Conservatorio, ieri con la licenza magistrale della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa ha conseguito il suo ultimo e sesto titolo di studio, tutti con lode. "In questi anni di studio universitario non mi è mancato niente. Né amici, né il tempo libero. Forse solo la fidanzata, ma mi auguro che quella che un giorno sarà la mia anima gemella mi ami per quello che sono davvero e non per il mio curriculum accademico o la posizione che avrò raggiunto nel mio percorso professionale da chirurgo addominale".

Sarà quello il suo futuro?

"Lo immagino così fin dal mio primo anno di medicina, ma anche dopo che a mio nonno materno, 14 anni fa, fu diagnosticato un carcinoma colon rettale che è stato perfettamente asportato e guarito grazie alla chirurgia. Oggi nonno sta bene ed è ancora con noi. Ma io voglio fare di più".

Che cosa?

"Voglio studiare un modo per cercare di azzerare il più possibile l’errore umano e per farlo è necessario usare la macchina, quindi la robotica applicata alla chirurgia. Saranno queste le mie linee di ricerca applicate specificatamente ai tumori del pancreas: diagnosi precoce e outcome clinico, ovvero risultato del processo post chirurgico su queste patologie".

Una vita di studio, dunque?

"Sì, ma senza rinunciare a tutto il resto. Non mi sono mai negato il tempo con gli amici o i viaggi a visitare città d’arte. Ecco, viaggiare è il mio vero hobby e continuerò ad alimentarlo".

E lo sport? Segue il calcio?

"Seguo la Nazionale, ma non sono proprio un tifoso appassionato di qualche squadra".

A Elmas, dove è appena tornato, l’hanno accolta come una star.

"Sono tutti molto contenti. È un piccolo paese e hanno seguito il mio percorso. Anche il prefetto di Cagliari mi ha consegnato un piccolo riconoscimento (la Toscana lo farà al più presto e ieri è stato proprio il presidente del Consiglio regionale, Antonio Mazzeo, a mettere in evidenza la notizia del record raggiunto, ndr). Ma non mi sento diverso dagli altri miei coetanei".

Qual è il segreto del suo successo accademico?

"Non sono un secchione. Ho solo saputo organizzare al meglio il mio tempo di studio. Organizzazione, concentrazione e motivazione. Questo è il segreto".

Si spieghi meglio.

"La mattina magari studiavo medicina, il pomeriggio botanica, la sera ingegneria. O, a giorni alterni, due-tre ore per disciplina. Non di più. E poi ho continuato a frequentare gli amici vecchi e nuovi, i compagni di corso. Ho viaggiato. Insomma ho vissuto come fanno in molti alla mia età. La motivazione ha fatto il resto. Ho studiato per quella che è una mia vera passione, non per una sfida da vincere mettendo in fila una serie di record".

A proposito di amici, a Pisa ne ha davvero uno speciale, Giulio Deangeli, recordman di borse di studio (ne ha conquistate 5 contemporaneamente) e ora a Cambridge.

"Lui è una specie di fratello. Nel corso dei nostri studi ci siamo aiutati a vicenda, pur affrontando discipline diverse".