Samantha Migliore, il marito: "Urlava dal dolore. Mi è morta tra le braccia"

Il racconto dell’uomo: "Mi facevano impressione quelle grandi siringhe piene di silicone, ma era felice"

Samantha Migliore (Ansa)

Samantha Migliore (Ansa)

"Samantha era contentissima di sottoporsi a questo trattamento, ma io sentivo che c’era qualcosa che non andava. Mi è morta tra le braccia". È distrutto Antonio Bevilacqua, il marito della donna deceduta dopo un’iniezione per sollevare il seno. Racconta davanti alla casa di Maranello, nel Modenese, quanto accaduto giovedì pomeriggio, poco dopo le 13.

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Lei era presente?

"Sì, c’ero. Mentre cucinavo sono entrato tre, quattro volte in camera dove si erano sistemate mia moglie e questa signora".

Non si fidava di quello che stava succedendo?

"Mi hanno fatto impressione le grosse siringhe che vedevo. Davvero tante. Tutte infilate sotto il seno, tanto che la mammella destra era parecchio gonfia. La signora mi ha chiesto di tagliare a metà una bottiglia di plastica perché doveva metterci dentro del silicone. Dopo un po’ mia moglie ha cominciato a dirmi: ’Tony, non mi sento bene’. Io le ho detto di lasciar stare".

Aveva brutte sensazioni?

"Sentivo che c’era qualcosa che non andava. Ho chiesto alla signora che cosa le avesse iniettato e lei mi ha risposto: ‘Un’anestesia’. Ma non mi ha detto di che tipo. È passato qualche minuto, sono tornato di là. Ma ho sentito urlare: ’Amore, non sto bene’. Samantha stava perdendo i sensi".

Ma questa persona come ha giustificato tutto quello che stava accadendo?

"Ha detto solo una cosa: ‘Devo fare una chiamata’. Mi ha lasciato in pratica mia moglie tra le braccia… Era morta. Poi è scappata. ‘Chiama l’ambulanza’, ho urlato a mio figlio".

Lei si è reso conto che la sedicente estetista era andata via?

"In quel momento pensavo a mia moglie. È sparita, si è portata via tutto, le siringhe e le quattro vaschette di alluminio che c’erano (una siringa sarebbe stata lasciata e ora è in mano ai carabinieri, ndr)".

Lei la conosceva?

"Mai vista, credo si chiami Pamela. Non so neanche se l’abbia conosciuta sui social o tramite amiche".

Quanto sarebbe costato il trattamento?

"Ci aveva chiesto 1.200 euro per due ore".

I sanitari dell’ambulanza hanno provato a rianimare sua moglie?

"Sì, hanno dovuto cercare una vena per iniettarle qualcosa. Ma era già morta".

Quando vi siete sposati?

"Il 12 marzo. Ho conosciuto mia moglie sui social sette mesi fa, ho lasciato la Germania dove vivevo e lavoravo da 11 anni: qualche risata, i video, ci siamo innamorati, abbiamo trovato casa e ci siamo sposati. Lavoro in Coopservice, ditta di pulizie, dove lavorava anche lei. Ricomincerò da zero, come ho sempre fatto. Non mi fa paura, sarà dura, ma ce la farò".