Mercoledì 24 Aprile 2024

Salvini sconfitto anche in casa Aria da resa dei conti nella Lega

Il segretario si difende: "Ci sacrifichiamo per il bene della coalizione". Ma in via Bellerio aumenta il malumore

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di Elena G. Polidori

ROMA

"Lo sforzo della Lega di essere collante del centrodestra, anche sacrificandosi in prima persona – dice Matteo Salvini – è la strada vincente". Ma poi arriva l’ex ministro Roberto Castelli e la musica che si suona in via Bellerio assume toni drammatici: "Fratelli d’Italia ha superato la Lega – scandisce – serve una profonda riflessione". A partire dalla leadership dello stesso Salvini, a quanto pare. Che domenica ha incassato l’ennesima sconfitta, dovuta al flop referendario, ultimo anello di una crisi cominciata con la perdita del governo ai tempi del Papetee, proseguita con una gestione della comunicazione durante la pandemia tutta da dimenticare e affondata, proprio poco prima della tornata elettorale amministrativa, nella diatriba sulla surreale missione a Mosca, che ha messo in imbarazzo il governo anche solo con l’annuncio dell’intenzione di "incontrare Putin" a dispetto della stessa maggioranza di cui fa parte.

Domenica, si diceva, il dato più negativo in assoluto nella storia referendaria italiana che ha provocato un redde rationem interno al Carroccio, terminato tuttavia senza particolari scosse, in attesa dei dati definitivi di alcuni comuni. Lodi "è persa", ha ammesso Salvini, ma potrebbe essere Verona nelle mani dell’ex calciatore della Roma, Damiano Tommasi, a decretare la fine della guida leghista a trazione salviniana. Ieri, però, il segretario ha tentato di mettere la polvere della sconfitta sotto il tappeto: "La Lega ha 20 nuovi sindaci di cui 9 in Veneto, 8 in Lombardia, 1 in Friuli, uno nel Lazio e uno in Sicilia – ha declamato –, ma certo il dato politico è che in un momento difficile, di forte astensione e con una bassa partecipazione ai referendum e con la Lega sostanzialmente attaccata a reti unificate".

Certo, un momento difficile. Che l’altra notte, dopo il flop dei referendum, un alto dirigente della Lega commentava senza peli sulla lingua: "È un vero disastro". Causato – si sostiene sempre in una via Bellerio in cui ribolle malumore – da un segretario che prima ha scelto di farsi promotore dei quesiti sulla giustizia (auspice l’ex ministra e consigliera di sempre, Giulia Bongiorno), con il preciso scopo di destabilizzare il governo, salvo poi dimenticarsene per mesi nella comunicazione quotidiana, e infine urlare alla censura negli ultimi giorni; il risultato parla "dell’incapacità di Salvini – si dice sempre in via Bellerio – di mobilitarsi davvero su qualcosa polarizzando l’impegno dell’intero centrodestra". Eppure, per Salvini, il film è sempre un altro: "La battaglia per cambiare la giustizia non si ferma questa sera, anzi riparte con rinnovato slancio", aveva commentato a caldo facendo capire che, insomma, della giustizia se ne riparlerà nell’eventualità che il centrodestra vinca le prossime elezioni politiche e che ora è tutto rimandato perché "c’è stato un complotto – ha scandito un Roberto Calderoli lasciato in maglietta a commentare l’ecatombe referendaria – perché non ci fosse il quorum".

Insomma, la leadership di Matteo Salvini traballa, ma quel che è certo è che dentro la Lega i conti, quelli veri, si faranno a bocce ferme, tra due settimane, dopo che il ballottaggio avrà dato i responsi definitivi. L’imbarazzo di ieri, tuttavia era palpabile specie quando, parlando alla stampa, Salvini si è aggrappato alla vittoria di Lissone strappata alla sinistra, ha magnificato l’importanza della coalizione rispetto al singolo partito ("Uniti si vince"), ha sottolinea i risultati delle liste dei candidati sindaci che sottraggono voti ai partiti ed infine ha pure rivendicato la vittoria sulle mascherine solo "raccomandate" agli esami di maturità. Neanche un passaggio su quei consensi persi in tutta Italia e anche al Nord, con il sorpasso di Fd’I in quasi tutti i comuni. "Oggi siamo più forti di ieri", ha concluso negando che nel Consiglio Federale – Giorgetti assente – siano arrivate critiche alla linea. Quindi il rilancio: "Chiedo un incontro urgente a Draghi sullo sconto benzina, sulla legge Fornero e sulla difesa dei risparmi degli italiani".