Caso Gregoretti, voto su Salvini fissato per il 20 gennaio

Nessun rinvio. Maggioranza all'attacco: "La presidente Casellati è di parte". Lei replica: "Mia terzietà non in discussion". Salvini: "La smettano con questa rottura di scatole"

Il pattugliatore Gregoretti ormeggiato al Pontile Nato della Marina militare ad Augusta

Il pattugliatore Gregoretti ormeggiato al Pontile Nato della Marina militare ad Augusta

Roma, 17 gennaio 2020 - Nessun rinvio per il caso Gregoretti: la Giunta per le immunità del Senato voterà il 20 gennaio l'autorizzazione a procedere nei confronti di Matteo Salvini. L'ha deciso la Giunta per il regolamento, approvando l'ordine del giorno del centrodestra per un verdetto il 20, nonostante scadano oggi i giorni perentori. Alla votazione ha partecipato anche la presidente del Senato Casellati, votando a favore. Nella Giunta, reintegrata di due senatori di maggioranza, le due parti sono 6 a 6, esclusa la presidente. 

La maggioranza ha criticato il presidente del Senato per il voto decisivo. Pd, Movimento 5 stelle e Leu valutano anche l'ipotesi di non partecipare alla votazione sulla relazione con la quale il presidente Gasparri proporrà di respingere l'autorizzazione a procedere nei confronti di Salvini. "Ne ragioneremo. Di sicuro la Giunta si riunisce in modo illegittimo", dice il capogruppo dem, Andrea Marcucci, al termine dei lavori della Giunta per il Regolamento. "Hanno fatto un colpo di mano gravissimo. Siamo molto preoccupati per la democrazia", aggiunge. Dura la critica nei confronti del presidente Casellati: "Alla fine ha gettato la maschera: ha votato insieme alla destra per convocare una Giunta illegale, convocata contro il regolamento e contro il buon senso. E' un fatto molto grave, la presidente del Senato da oggi non è più considerabile carica imparziale dello Stato, ma donna di parte".

La presidente del Senato ha replicato in una nota: "Respingo con forza ogni ricostruzione dei fatti che in qualche modo possa mettere in discussione la terzietà della mia azione ovvero connotarla politicamente, perché non si può essere terzi solo quando si soddisfano le ragioni della maggioranza e non esserlo più, quando si assumono decisioni che riguardano il corretto funzionamento del Senato.

Subito è intervenuto anche Salvini. "E' incredibile l'ingiustizia in Italia, ritengono che una signorina tedesca (Carola Rackete, ndr) che ha rischiato di uccidere dei militari italiani non debba essere processata e vogliono processare un ministro che ha difeso i confini del suo Paese, lo facciano". "Mi mandino a processo - ha aggiunto Salvini - dovranno trovare un tribunale grande grande grande perché penso che la stragrande maggioranza del popolo italiano sia con me. Mi dispiace che rimandino e rimandino e rimandino, il Pd si vergogna di se stesso. Se sono un criminale mi processino, se sono una persona perbene la smettano con questa rottura di scatole". Il leader della Lega ha fatto muro in difesa del presidente del Senato. "La Casellati è una senatrice".

Nella Lega, chiaramente, c'è soddisfazione per il mancato rinvio del voto della Giunta. Facile aspettarsi che il segretario leghista non perda occasione, negli ultimi giorni di campagna elettorale, soprattutto in Emilia-Romagna, di 'cavalcare' il voto e presentarsi, sostanzialmente, 'vittima' di una politica che mira ad escluderlo. La soddisfazione è però limitata. A meno di sorprese last minute, la Lega, infatti, non ha i numeri, né in giunta, né in Aula - che dovrà esprimersi in ultima istanza - per bloccare il processo a Salvini sull'accusa di sequestro di persona per aver fermato lo sbarco dei migranti salvati dalla Gregoretti.