Salvini, i Casamonica al ministro: "Devi rigare dritto"

Replica: "Mi minacciano? Mi danno ancora più forza"

Matteo Salvini (Ansa)

Matteo Salvini (Ansa)

Roma, 19 giugno 2018. Avvertimento che suona come una "minaccia" da parte della famiglia rom Casamonica a Matteo Salvini.  "Può dire quello che vuole, ma noi Casamonica siamo italiani da sette generazioni", commente Luciano Casamonica, componente dell’omonima famiglia rom della Capitale, riferendosi alla proposta di Salvini di censire i nomadi in Italia e poi espellere gli irregolari. "Io sono nato a Roma e mi sento romano - sottolinea -, lavoro e ho fatto cinema. I miei figli sono nati qui e il mio papà era abruzzese". E Angela Casamonica rincara: "Salvini deve rigare dritto".

LA REPLICA - Pronta la replica del ministro dell'Interno. "Qualcuno dei Casamonica mi minaccia e mi invita a 'rigare dritto'? - scrive Salvini su Facebook - Non mi spaventa, anzi mi dà ancora più forza per riportare ordine, legalità e giustizia in Italia!!!".

Salvini vuole il censimento dei Rom, stop da Di Maio: "Incostituzionale" - di ANTONELLA COPPARI

Luigi Di Maio si piazza davanti alla ruspa di Salvini e ne frena l’impeto distruttivo: "Fare un censimento dei rom è incostituzionale. Va bene occuparsi dell’immigrazione, ma prima pensiamo agli italiani che non mangiano". Per la prima volta, l’asse 5 stelle-Lega si incrina. E così getta qualche ombra sull’idillio tra i due vicepremier che, finora, mai avevano litigato. Quanto meno in pubblico. Tutta colpa dell’annuncio deflagrante fatto di buon mattino dall’irrefrenabile ministro degli interni: "Mi sto facendo preparare un dossier al Viminale sulla questione dei nomadi: dopo Maroni non si è fatto più nulla, e io voglio fare un’anagrafe. Gli stranieri irregolari andranno espulsi, quelli italiani, purtroppo, li dobbiamo tenere". Figurarsi se Matteo, scafato com’è, non sapeva che l’effetto shock era garantito: parlare di censimento su base etnica in un Paese in cui quello del 1938 sugli ebrei ha preceduto di poco le leggi razziali assicura la massima risonanza mediatica. Un’occasione, probabilmente, per farsi sentire anche al desco imbandito in Germania dalla Merkel per il premier Conte. Avere i riflettori puntati addosso per l’ennesima volta, trascinandosi dietro una vagonata di polemiche.

"Una proposta aberrante", commenta il segretario del Pd Martina. "Ieri i rifugiati, oggi i rom, domani le pistole per tutti. Quanto è faticoso essere cattivi", rilancia l’ex premier Gentiloni. "Che orrore e che schifo", s’inalbera Camusso (Cgil). Boldrini (Leu) parla di "disumanità al potere", mentre la presidente dell’Unione delle comunità ebraiche italiane, Noemi Di Segni, definisce "inquietante" la proposta che "risveglia ricordi di norme e misure di appena 80 anni fa e tristemente sempre più dimenticate". A focalizzare il nocciolo del problema, provvede l’Associazione 21 luglio che tutela i nomadi: "Un censimento su base etnica à illegale", avverte il presidente Carlo Stasolla.

Ed è così: un’idea impraticabile. Il ruggito del leader del Carroccio – a differenza di quello sulle Ong – appare avere poca sostanza proprio perchè non solo norme italiane ma pure convenzioni internazionali vietano anagrafi razziali. Ragion per cui l’operazione avviata nel 2008 dal predecessore di leghista al Viminale, Maroni, di un censimento dei rom con la contestata proposta di rilevare le impronte fu bocciata dall’Europa. E il censimento dei nomadi effettuato dall’Istat nel 2017 è su base volontaria e limitato comunque ai comuni con più di 20mila abitanti. Lo scandalo, dunque, che suscita Salvini non solo tra gli avversari ma anche tra gli alleati ha un retroterra concreta. C’è da dire, però, che quando arriva l’altolà di Di Maio la vicenda era già stata depotenziata. A gettare subito acqua sul fuoco, fonti governative che avevano cercato di circoscrivere la questione alle prigioni: si ipotizzava un censimento dei detenuti, in modo da sapere quanto fra loro sono rom. Poi il capo dei deputati leghisti, Molinari, aveva messo a fuoco così la vicenda: "Andiamo a vedere se ci sono in questi campi nomadi immigrati irregolari e clandestini. Nessuno può negare che lì dentro si commettano ogni tipo di illeciti". Infine è lo stesso Salvini a chiarire di non avere intenzione di "fare schedature" ma di volere "tutelare prima di tutto migliaia di bambini ai quali non è permesso frequentare la scuola regolarmente perchè si preferisce indurli alla delinquenza". Insomma: quella Di Maio è l’ultima palata di terra su una proposta nata già morta. Si potrà semmai allargare il discorso dell’Istat, ma sempre su basta volontaria ammettono agli Interni.

La questione che si pone, a questo punto, è un’altra. Perchè se questa è stata essenzialmente una sparata ad uso e consumo dei media, la chiusura dei campi rom è prevista nel programma di governo. A pagina 45 si spiega che quello è l’obiettivo «in coerenza con l’ordinamento dell’Unione europea». Si può mettere la mano sul fuoco che un Salvini corroborato dai sondaggi che lo vedono avanti anche al M5s prima o poi vorrà passare all’incasso anche su questo fronte. A conti fatti, la partita tra i due vicepremier su questo delicatissimo tema è appena iniziata.

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