MASSIMILIANO MINGOIA
Cronaca

Salvini arringa la piazza: "Noi qui per l’Occidente. Chi attacca Israele è il nuovo fascista"

Il leader del Carroccio in largo Cairoli: "No al fondamentalismo islamico". Qualche centinaio di persone "per la libertà". Il manifesto della Fallaci.

Salvini arringa la piazza: "Noi qui per l’Occidente. Chi attacca Israele è il nuovo fascista"
Salvini arringa la piazza: "Noi qui per l’Occidente. Chi attacca Israele è il nuovo fascista"

L’immagine finale dal palco mostra Matteo Salvini che alza le braccia alla presidente dell’Unione Associazioni Italia Israele Celeste Vichi e all’operaio musulmano Ayoub Ouassif, che subito dopo si abbracciano. Il leader della Lega, vicepremier e ministro delle Infrastrutture da largo Cairoli a Milano – qualche centinaio i presenti, senza simboli di partito – con dietro il Duomo e davanti il Castello Sforzesco, lancia un messaggio di solidarietà a Israele ma prova anche a indicare una prospettiva di pace nella guerra israelo-palestinese: "L’obiettivo finale è due popoli e due Stati’".

E ancora: "il sangue che scorre è contro la pace, questa non è la piazza dello scontro di civiltà", citando il libro scritto da Samuel Huntington e diventato un classico dopo l’11 settembre 2001, cioè dopo l’attacco del terrorismo islamista alle Torri Gemelle di New York.

Ventidue anni dopo, Salvini usa ancora toni durissimi contro le violenze in nome di Allah ("il terrorismo islamico è la piaga di questo secolo"), ma non esita a distinguere tra Islam moderato e Islam estremista: "Questa è una piazza aperta a qualsiasi fede. Il nostro nemico non è l’Islam ma il terrorismo, il fanatismo e l’estremismo". Concetto che il segretario del Carroccio tenta di applicare al fronte palestinese e agli attacchi terroristici di Hamas contro Israele dello scorso 7 ottobre: "Su la testa Palestina, fuori Hamas dalla Palestina, guai a chi finanzia il terrorismo, anche in Italia". Salvini, insomma, invita al dialogo e alla pace, fa salire sul palco l’ebrea Vichi ("L’antisionismo è antisemitismo") e il musulmano Ouassif ("Hamas è un gruppo di terroristi fondamentalisti, l’Islam non è questo"), fa aprire la manifestazione con un messaggio dell’ambasciatore di Israele in Italia Alon Bar ("ringrazio Salvini e il Governo italiano per la solidarietà espressa a Israele"), ma non dimentica i toni polemici contro gli avversari politici.

Nel mirino del leader lumbard finisce subito il controcorteo filo-palestinese partito da piazza Oberdan negli stessi minuti della manifestazione in largo Cairoli e organizzato dalla Milano antifascista, antirazzista, meticcia e solidale: "A qualche centinaia di metri da qui c’è un’altra manifestazione di cosiddetti antirazzisti che stanno attaccando Israele “Stato terrorista“ – attacca Salvini –. Gli ultimi fascisti rimasti sono quelli che stanno sfilando per Milano e che odiano Israele, nostalgici dell’odio e della paura". Il ministro se la prende anche con "la sinistra che appare confusa mentre rivendica giustamente parità di diritti: come fai a fare una battaglia giusta per rivendicare i diritti Lgbt e poi difendere l’estremismo islamico? Mentre siamo qui in 68 Paesi islamici l’omosessualità è reato e in 6 paesi prevede la pena di morte. A Gaza l’omosessualità prevede 10 anni di carcere".

Salvini conclude il suo comizio rivendicando "la libertà di pensiero e di parola" a difesa di Israele: "Voi siete la dimostrazione che noi non abbiamo paura. Chi ha paura ha già perso contro il terrorismo. L’Italia e l’Occidente non possono aver paura". Sul palco, alla fine, salgano i ministri leghisti Giancarlo Giorgetti, Roberto Calderoli e Giuseppe Valditara, i governatori Attilio Fontana (Lombardia), Luca Zaia (Veneto) e Massimiliano Fedriga (Friuli Venezia Giulia) e i sindaci Annamaria Cisint (Monfalcone) e Giacomo Ghilardi (Cinisello Balsamo), che attacca il sindaco di Milano: "Parlare di sicurezza dalla Gotham City di Beppe Sala fa strano".