Salvini alla sbarra per sequestro "Avanti a testa alta: rifarei tutto"

Il verdetto del gup di Palermo sull’ex ministro leghista. La difesa: "Citeremo in giudizio Conte e Di Maio"

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di Elena G. Polidori

Una giustizia a senso alternato. Dopo la richiesta di non luogo a procedere, da parte della procura di Catania, per il caso Gregoretti, per Matteo Salvini, leader della Lega, ieri è invece arrivata una richiesta di rinvio a giudizio da parte del gup di Palermo, Lorenzo Jannelli, per sequestro di persona e rifiuto di atti d’ufficio per avere impedito – secondo la Procura illegittimamente – alla nave della ong catalana Open Arms, con 147 migranti soccorsi in mare, di attraccare a Lampedusa. Per giorni, si ricorderà, i profughi rimasero davanti alle coste dell’isola. Per Salvini quella di ieri "è una decisione dal sapore politico più che giudiziario: io rifarei tutto, ma mi spiace per i miei figli – ha commentato a caldo – non torno a casa preoccupato. Passare per sequestratore proprio no, ridicola solo l’idea. La difesa della Patria è sacro dovere del cittadino e vado a processo per questo, per aver difeso il mio Paese? Ci vado a testa alta, anche a nome vostro. Prima l’Italia. Sempre".

Il processo comincerà il 15 settembre davanti ai giudici della seconda sezione penale del tribunale di Palermo. Il reato di sequestro di persona, con minori coinvolti come in questo caso, è punito con una pena che arriva fino a 15 anni di carcere. Ieri in Aula a Palermo c’erano il Procuratore, Francesco Lo Voi, l’aggiunto Marzia Sabella e il pm Gery Ferrara. Il caso Open Arms venne sbloccato dall’intervento della Procura di Agrigento che, dopo aver accertato le gravi condizioni di disagio dei profughi trattenuti sull’imbarcazione, ne ordinò lo sbarco a Lampedusa. La difesa di Salvini, portata avanti dall’ex ministra Giulia Bongiorno, nel corso dell’arringa ha sostenuto che la decisione del senatore, dettata dall’esigenza di tutelare i confini nazionali, sia stata presa dall’intero governo. Inoltre, sempre secondo la Bongiorno, alla Open Arms era stata offerta la possibilità di attraccare sia a Malta che in Spagna: la ong avrebbe rifiutato entrambe le opzioni dirigendosi verso Lampedusa. Inoltre, l’avvocato ha anticipato che in giudizio citerà l’ex premier Giuseppe Conte e il ministro degli Esteri Luigi Di Maio.

La notizia del rinvio a giudizio di Salvini, è arrivata alla fine di una settimana politica che ha comunque visto coprotagonista il leader leghista, ma quali saranno su di lui i reali effetti politici di un’eventuale sentenza sfavorevole lo si potrà vedere solo alla fine del processo. Quel che è certo è che lo stato di tensione interno alla maggioranza, soprattutto con i 5stelle proprio sui temi della giustizia, non può che alimentarsi, aprendo un nuovo fronte di contrapposizione nel governo dopo il braccio di ferro per le riaperture.

Nella Lega si sottolinea infatti che la questione giustizia d’ora in poi verrà considerata come ’prioritaria’ nell’azione di governo, ovviamente dopo la questioni economiche legate ai ristori e al Pnrr. "È veramente triste, in termini di giustizia – ha infatti dichiarato il vice presidente del Senato, Roberto Calderoli – vedere una richiesta di archiviazione da parte del procuratore a Catania e vedere a Palermo, per fatti sostanzialmente identici, un rinvio a giudizio". Solidarietà un po’ da tutto il centrodestra. Spicca quella espressa dalla leader di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni. Esprimono soddisfazione, invece, i rappresentanti di Open Arms (che polemizzano con il leader Pd Letta perle scuse mandate via Whatsapp per la felpa della ong indossata al Nazareno e di altre organizzazioni.