Martedì 16 Aprile 2024

Sacchetti bio, rissa sulle regole Ue. A pagamento solo in Italia e Francia

In realtà la misura non è obbligatoria. Il Governo: scelta di civiltà

I sacchetti biodegradabili per ortofrutta ora sono a pagamento (Ansa)

I sacchetti biodegradabili per ortofrutta a pagamento, Roma, 3 dicembre 2018.

Roma, 4 gennaio 2017 - La direttiva europea è chiara, ma come accade spesso alle direttive europee ogni stato membro si muove con la proprie gambe. Accadde nel 2011, ai tempi del primo divieto per i sacchetti di plastica, quando anche l’Italia si mosse prima degli altri, e succede adesso. Con il nostro Paese e la Francia che a differenza degli altri Stati hanno forzato un po’ i tempi, applicando in maniera più ambientalista l’indicazione giunta da Bruxelles. Alla base della riforma europea, e di conseguenza delle disposizioni italiane che la accolgono e la amplificano, c’è la volontà di limitare al massimo l’utilizzo di plastiche inquinanti

L’interpretazione restrittiva italiana ha fatto infuriare molti, gli stessi che magari in altri frangenti chiedono più rispetto per l’ambiente. Una contraddizione abbastanza evidente, sottolineata dal ministro dell’Ambiente Gianluca Galletti: «L’entrata in vigore della regolamentazione sugli shopper ecologici è una norma di civiltà che pone l’Italia all’avanguardia nel campo della protezione dell’ambiente dall’inquinamento delle plastiche e delle microplastiche. Le polemiche sono solo pre-elettorali. Fu un’operazione di trasparenza voluta dal Parlamento unanime». A Galletti ha fatto eco Legambiente: «Norme che fanno bene all’ambiente e aiutano a contrastare l’inquinamento da plastica». 

La direttiva europea 720 del 2015 che porterà un rincaro medio per famiglia intorno ai 5/15 euro all’anno (a far molto) invita gli Stati membri ad adottare misure affinché entro il 31 dicembre 2018 sia vietato distribuire gratuitamente le borse di plastica leggere (la classiche sportine con i manici), mentre per le ultraleggere il divieto di diffusione gratuita, sempre secondo la stessa direttiva, può essere disatteso. Le ultraleggere sono quelle in cui si ripongono gli ortaggi, o viene involtato il pesce al banco. 

Sacchetti bio, rivolta sui social. Renzi: "Nessun complotto"   L’Italia come la Francia ha deciso di accumularle entrambe nonostante che per le ultraleggere non ci sia obbligo, quindi di metterle ambedue a pagamento, mentre per il momento gli altri Stati non hanno preso provvedimenti. Per il momento, perché la normativa ha ancora un anno di tempo per essere recepita ed è probabile che qualcun altro si accoderà. Molto si è parlato anche del riuso, ossia della possibilità che aveva il ministero dell’Ambiente di rendere possibile il riutilizzo di quelle già in possesso dei consumatori. Ma una cosa, è stata la risposta, sono le sportine bianche che spesso ci si portano dietro da casa per non pagare i dieci centesimi che da tempo vengono chiesti a chi fa la spesa (e che si potranno continuare a riusare), un’altra le buste ultraleggere dove si mette il pesce o la frutta, e che per ragioni igieniche è consigliabile siano monouso.    Se mai, visto che è compostabile, il nuovo shopper trasparente potrà tornare utile per il conferimento dell’umido ed evitare l’acquisto degli appositi sacchetti. Come sempre accade, le normative entrate in vigore il primo gennaio favoriranno alcune aziende e ne sfavoriranno altre. Quelle più innovative che da anni si sono messe avanti sul fronte delle plastiche biodegradabili vedranno aumentare il proprio reddito (si parla di circa 400 milioni per il settore), mentre chi non aveva innovato resterà al palo. Un aspetto che potrebbe rappresentare una delle conseguenze più positive della nuova legge.