Russiagate, Savoini fa scena muta. La lista degli interrogatori si allunga

L'uomo chiave dell'indagine non risponde ai magistrati

Foto datata 18 novembre 2016 dal profilo Facebook di D'Amico con Salvini e Savoini (Ansa)

Foto datata 18 novembre 2016 dal profilo Facebook di D'Amico con Salvini e Savoini (Ansa)

Milano, 16 luglio 2019 - Ha scelto la linea del silenzio di fronte all’accusa di corruzione internazionale, Gianluca Savoini, il leghista presidente dell’associazione Lombardia-Russia con sede nel quartier generale del Carroccio di via Bellerio, indagato nell’inchiesta con al centro una registrazione di poco più di un’ora su una presunta trattativa all’hotel Metropol di Mosca per far arrivare nelle casse della Lega 65 milioni di dollari, attraverso una compravendita di petrolio a prezzo scontato.

L'indagine è entrata nella fase calda di interrogatori e audizioni e la Procura di Milano vuole mantenere un riserbo assoluto. Così, persino l’interrogatorio di Savoini, da giorni uomo-chiave delle cronache e convocato con l’accusa di essere stato un presunto ‘mediatore-garante’ del patto tra italiani e russi nella hall dell’albergo moscovita, è stato tenuto nascosto alla stampa e si è tenuto in una caserma della Gdf lontano dal Tribunale. Per poi concludersi, senza sorpresa, alla svelta, giusto il tempo di verbalizzare col legale Lara Pellegrini la scelta di avvalersi della facoltà di non rispondere di Savoini.  "Quando sarà depositato il fascicolo del pubblico ministero e avremo modo di studiare le carte renderemo interrogatorio - spiega oggi l'avvocato -Al momento stiamo discutendo di un'inchiesta giornalistica trasferita in sede giudiziaria e noi preferiamo confrontarci sulle prove raccolte dal pm". 

Sembra allungarsi, però, la lista delle persone da ascoltare nell’inchiesta del procuratore aggiunto Fabio De Pasquale e dei pm Gaetano Ruta e Sergio Spadaro (che ieri mattina si erano riuniti in lungo vertice), condotta dal Nucleo di polizia economico finanziaria della Gdf. Dopo Savoini, dunque, è atteso dai pm anche Gianluca Meranda, avvocato che dice di aver incontrato in occasioni pubbliche Salvini e che, nei giorni scorsi, ha rivelato di essere il «banchiere Luca», uno dei due italiani che erano con Savoini all’hotel Metropol.

I russi nell’audio sostenevano di dover attendere il via libera all’operazione da Vladimir Pigin, avvocato e soprattutto legato al vicepremier russo con delega al settore del petrolio e del gas Dmitry Kozak. Tra le persone da sentire probabilmente anche Claudio D’Amico, «consigliere per le attività strategiche di rilievo internazionale» di Salvini. D’Amico che, come spiegato da Palazzo Chigi, tramite «l’Ufficio di vicepresidenza» avrebbe «sollecitato» l’invito di Savoini al Forum Italia-Russia.