Russia-Ucraina, solo una scelta: il compromesso

Roberto

Giardina

Un esercizio che si faceva al Gonzaga, scuola dei gesuiti, era sostenere una tesi, e dopo l’opposto. Chi ha ragione, Roma o Cartagine? Un invito a vedere la ragione dell’alto, per giungere all’intesa. Chi è l’aggressore, chi la vittima in Ucraina? Perché Putin reagisce con tale forza a quelle che considera provocazioni americane? Perché Biden non desiste al rischio di provocare un disastro nel cuore d’Europa? Troppe domande, per ottenere risposte soddisfacenti per una parte e per l’opposta. Appena caddero i muri e scomparve l’Urss, si sottovalutò l’orgoglio del popolo russo, che nulla ha a che vedere con l’ideologia. Nel 1990 a Mosca vidi già sventolare al posto della bandiera con falce e martello quella zarista, a strisce bianco rosso e blu. Non per nostalgia di Nicola, ultimo zar: erano il simbolo di un popolo. È questo il segreto del prestigio di Putin, amato e odiato, che promette una Russia rispettata nel mondo.

L’antica Russia nacque in Ucraina, dodici secoli fa, il russo e l’ucraino sono lingue molto simili, più di italiano e spagnolo. Gogol, scrittore ucraino, scriveva anche in russo. Cedere per Putin non è possibile. Ma l’Ucraina ha due anime, una parte guardava a Vienna e non a Mosca. E oggi a Bruxelles. Nel 2014, Obama tentò di far entrare l’Ucraina nella Ue, che è anche un patto militare. Scelse il punto più sensibile dell’avversario, il più esposto. E Putin si riprese la Crimea, che è russa, basta leggere Tolstoj o Dostojevski. Oggi Biden vuole Kiev nella Nato, che è un’alleanza difensiva. Ma i missili sarebbero puntati sul Cremlino. Putin sta per invadere l’Ucraina in pieno inverno? Anche se Biden reagisse solo con nuove sanzioni, per lui sarebbe un disastro. Per la crisi dei missili a Cuba nel 1963, Kennedy e Kruscev alla fine si salvarono a vicenda la faccia. Basta trovare un compromesso, le truppe russe si ritirano dal confine, e l’Ucraina rimarrà sospesa tra i due blocchi. E ognuno potrà dire che l’altro ha ceduto.