di Cesare De Carlo "Attenti – dice a Newsweek Anatoly Antonov, ambasciatore russo a Washington – se continuerete a dare armi all’Ucraina, si può arrivare a un confronto militare diretto fra Russia e Stati Uniti". Più esplicito il monito di Sergei Ryabkov, vice ministro degli Esteri: "Ripeto ancora una volta che pompare armi in Ucraina è molto pericoloso e può condurre a una guerra fra Russia e Nato". E ancora: "Quei rifornimenti costituiscono un obiettivo militare legittimo". Rischiamo davvero la terza guerra mondiale? Il presidente americano Joe Biden vuole passare dai residuati bellici di epoca sovietica ad armi più sofisticate, aerei, carri armati, artiglieria di precisione. Presumibilmente Putin già in difficoltà non starebbe con le mani in mano. E se colpisse i convogli non solo in territorio ucraino ma anche nei ‘’santuari’’ in Polonia e Romania, il conflitto si allargherebbe. Dice Timothy Ash, senior strategist della BlueBay: "Se la Russia attaccasse i rifornimenti di armi la guerra subirebbe un’escalation. Non più la Russia contro l’Ucraina, ma la Russia contro la Nato". Terribili le analogie storiche. Nel loro libro recente Hitler’s American Gamble, gli storici Brendan Simms e Charlie Laderman ricordano la dichiarazione di guerra agli Stati Uniti del dittatore nazionalsocialista. Avvenne l’11 dicembre 1941, quattro giorni dopo l’attacco giapponese a Pearl Harbor. Motivo addotto: le "provocazioni da parte degli Stati Uniti mentre erano neutrali". In realtà da circa un anno il presidente Roosevelt inviava ogni sorta di aiuto, anche militare, all’amico Winston Churchill. La Gran Bretagna era al collasso dopo Dunkerque. Senza gli americani non sarebbe sopravvissuta. La storia si ripeterà? Joe Biden farebbe bene a pensarci. O se la memoria o la lucidità non lo soccorressero, dovrebbero pensarci i suoi consiglieri. Scrive Tom Nichols su The Atlantic: Putin sta tendendo una trappola a Biden. "Le cose gli vanno male. Solo la Nato ...
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